Abstract. Il contributo affronta la questione della configurabilità della corruzione in atti giudiziari del testimone, sottoponendo a revisione critica il dominante orientamento giurisprudenziale secondo cui il soggetto chiamato a testimoniare sarebbe un pubblico ufficiale in quanto tale da annoverarsi tra i soggetti attivi del delitto di cui all’art. 319-ter c.p. Attraverso l’analisi dei presupposti e delle implicazioni sistematiche e politico criminali di questa interpretazione giurisprudenziale, nonché mediante un confronto comparatistico con alcuni ordinamenti ritenuti di particolare interesse, gli Autori giungono a ritenere radicalmente insostenibile la posizione della Suprema Corte, senza che ciò crei vuoti di tutela attesa la riconducibilità dell’ipotesi del testimone “corrotto” ad altre fattispecie previste dal sistema.
SOMMARIO: 1. Il problema della configurabilità della corruzione in atti giudiziari del testimone – 2. Prima questione: il testimone è un pubblico ufficiale? – 3. Seconda questione: il testimone rientra tra i soggetti attivi della corruzione giudiziaria? – 4. Terza questione: la deposizione come unico momento di (eventuale) rilevanza pubblicistica della testimonianza. – 5. (…segue) Il rapporto tra corruzione in atti giudiziari e intralcio alla giustizia – 6. L’insostenibile “creatività” della corruzione in atti giudiziari del testimone – 7. Uno sguardo comparatistico ai sistemi tedesco, francese e statunitense – 8. Conclusioni.
* In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.