ISSN 2704-8098
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  Articolo  
29 Novembre 2019


La confisca di prevenzione nella tutela costituzionale multilivello: tra istanze di tassatività e ragionevolezza, se ne afferma la natura ripristinatoria (C. cost. 24/2019)


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Abstract. Nell’ambito di un proficuo “dialogo tra le Corti” e del c.d. costituzionalismo multilivello, la sentenza della Corte Costituzionale n. 24/2019, in attuazione delle indicazioni della sentenza della Corte Edu De Tommaso, ha dichiarato l’incostituzionalità della categoria dei destinatari di cui all’art. 1, c. 1, lett. a) d.lgs. 159/2011 (“coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi”) nonostante lo sforzo di interpretazione tassativizzante, offerto dalla giurisprudenza della Suprema Corte; la Corte, inoltre – perlomeno in relazione alle misure patrimoniali – contesta la mancanza di ragionevolezza di tale fattispecie, nel senso che ritiene il generico riferimento a traffici delittuosi non idoneo a fondare quella presunzione di illecito arricchimento su cui si fondano le misure patrimoniali.

La Corte Costituzionale – attribuendosi un deciso ruolo conformativo, alla ricerca di un difficile equilibrio tra esigenze di tutela delle garanzie, da una parte, e delle istanze efficientiste sottese alle misure di prevenzione, dall’altra – salva l’ipotesi di pericolosità generica di cui all’art. 4, c. 1, lett. b, con una problematica operazione di ortopedia giuridica.

Il contributo critica in maniera decisa la sentenza della Corte Costituzionale laddove attribuisce una mera natura ripristinatoria alla confisca di prevenzione e alla confisca allargata ex art. 240 bis c.p. – species dell’unico genus della “confisca dei profitti sospetti” –, con l’evidente fine di negarne “la natura sostanzialmente sanzionatorio-punitiva” e sottrarle allo “statuto costituzionale e convenzionale delle pene” o meglio della “materia penale” nell’accezione ampia riconosciuta dalla Corte Edu, complice del resto  in tale atteggiamento di equilibrismo politico volto a preservare l’efficienza di tali misure.

Il lavoro evidenzia, inoltre, l’apprezzabile e inedito rigore giurisprudenziale nell’accertamento della pericolosità generica, definito dalla Corte Costituzionale sforzo di tassativizzazione di carattere processuale, anche se – e anche in relazione alle fattispecie a pericolosità qualificata –, non mancano le ambiguità e i passi indietro, perché le misure di prevenzione rimangono strutturalmente aperte ad abusi applicativi rappresentando il regno dell’indizio, in luogo della prova. Nonostante la Corte Costituzionale, inoltre, distingua nettamente i due profili della tassatività sostanziale e processuale, si evidenziano i legami tra questi due aspetti in quanto il principio di legalità è realmente rispettato solo se i fatti in giudizio sono correttamente provati in un regolare processo e la presunzione d'innocenza, prima ancora di garantire in sede processuale il rispetto del principio di colpevolezza, dovrebbe garantire il pieno rispetto del principio di legalità.

 

SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. La decisione della Corte Edu De Tommaso. – 3. La lettura tassativizzante della pericolosità generica e i tentativi della giurisprudenza della Suprema Corte di negare la necessità di sollevare la questione di legittimità costituzionale. – 3.1. La tassatività sostanziale per la pericolosità qualificata. 3.2. La tassatività processuale. – 3.2.1. La tassatività processuale per la pericolosità qualificata: alcune precisazioni. – 4. La dichiarazione di incostituzionalità della Corte Costituzionale. – 4.1. Dalla tassatività alla ragionevolezza della presunzione di illecito arricchimento. – 4.2. La categoria di cui all’art. 4, lett. b). – 5. Qualche rilievo sulla tassatività processuale in relazione al principio di legalità e alla presunzione d’innocenza (e conseguenze per le misure di prevenzione). – 6. I precedenti orientamenti in relazione alla natura della confisca di prevenzione. – 7. La confisca di prevenzione e la confisca allargata come species della «confisca dei beni di sospetta origine illecita». – 7.1. Il riconoscimento della medesima ratio alla confisca di prevenzione e alla confisca allargata: qualche considerazione. – 8. La natura “ripristinatoria” della confisca di prevenzione e della confisca allargata (Corte Cost. n. 24/2019). – 8.1. Critiche sulla natura della confisca di prevenzione. – 9. La ragionevolezza temporale. – 10. Il dibattito sulla costituzionalità delle misure di prevenzione personali. – 10.1. Le misure di prevenzione personali: Corte Costituzionale n. 24/2019. – 11. Conclusioni.

 

* In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.