Abstract. L’immediatezza è in crisi, inutile negarlo. La ragione è l’incapacità del sistema di assicurare che i dibattimenti avvengano ad una non eccessiva distanza dalla commissione dei fatti, si concludano in tempi ragionevoli e siano il luogo principale della formazione delle prove. Senza questi prerequisiti, dell’immediatezza resta solo l’involucro, e le interpretazioni eversive della giurisprudenza guadagnano terreno. Ancora più preoccupanti i rimedi che si delineano all’orizzonte: una concezione elastica dell’immediatezza, con la possibilità di praticarla o no a seconda delle peculiarità di ciascun caso; ovvero la sua sostituzione con il surrogato digitale delle videoconferenze. Se davvero si intende preservarla, è giunto il momento di creare le condizioni perché sia in grado di attecchire, rinunciando a certe garanzie vestigiali che con il modello accusatorio hanno poco da spartire.
SOMMARIO: 1. Il processo accusatorio a pieno regime. – 2. Il simulacro dell’immediatezza e le eversioni giurisprudenziali. – 3. L’immediatezza 2.0: due eccepibili upgrade. – 4. a) L’immediatezza flessibile. – 4.1. Le impalpabili “esigenze” o “ragioni” per la riassunzione orale. – 4.2. La pretesa quantificazionista delle garanzie compensative. – 5. b) La sirena dell’oralità digitale. – 5.1. L’illusione ottica della presenza. – 6. L’urgenza di anticorpi accusatori. – 6.1. La fluidità del transito al dibattimento. – 6.2. Il giusto dosaggio delle impugnazioni. – 7. Il sistema ad un bivio.
* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.