Il contributo è pubblicato sul numero 3/2020 di Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale. Per accedervi, clicca qui.
Abstract. L’articolo si occupa della natura giuridica della confisca del profitto, tanto “diretta” quanto “per equivalente”. Muovendo da un’analisi del diritto vivente, e attraverso spunti tratti anche dall’ordinamento civile e amministrativo, si cerca di dimostrare come la natura della confisca dipenda dal quantum confiscabile e dal suo conseguente effetto di impoverimento o mero ripristino della condizione patrimoniale del destinatario della misura. Si conclude che la confisca assume nell’attuale diritto vivente un carattere punitivo, senza però essere al contempo sorretta da tutte le garanzie costituzionali e sovranazionali che circondano le sanzioni penali. Il contributo indaga le possibili soluzioni per superare questa aporia, concludendo che – stante l’impossibilità di adeguare la confisca al principio di proporzionalità e individualizzazione della pena – potrebbe assegnarsi all’istituto una natura meramente ripristinatoria, in un’ottica “autore-centrica”, rimodulando coerentemente lo statuto garantistico di riferimento e ottenendo diverse ricadute pratiche in bonam partem.
SOMMARIO: 1. Premessa: la mappa dell’itinerario. – 2. Lo stato dell’arte sul quantum del profitto confiscabile: tra problemi aperti e punti di riferimento solo apparenti. – 2.1. La quantificazione del profitto nella giurisprudenza di legittimità e i successivi disorientamenti. – 2.2. Sintesi delle soluzioni sul tappeto. – 3. La natura della confisca del profitto nella giurisprudenza: un gomitolo ingarbugliato. – 4. Tentando di sciogliere la matassa. – 4.1. L’irrilevanza degli effetti preventivi e afflittivi ai fini dell’individuazione della natura giuridica dell’istituto. – 4.2. Uno sguardo al di là del diritto penale: sanzioni amministrative “improprie” e risarcimenti “punitivi”. – 4.3. La funzione ripristinatoria in senso “autore-centrico” della confisca e la sua alternatività rispetto alla funzione punitiva. – 5. I possibili criteri di quantificazione del profitto. – 5.1. Il criterio del lordo. – 5.2. Il criterio del netto mediante differenziale. – 5.3. Il criterio del netto mediante detrazione dei costi. – 5.4. La rilevanza del carattere sussidiario della confisca ai fini della quantificazione del profitto confiscabile. – 6. La confisca del profitto per equivalente: se l’abito non fa il monaco. – 6.1. La tesi della natura necessariamente punitiva della confisca di valore. Critica. – 6.2. La tesi della natura meramente ripristinatoria della confisca di valore. Condizioni. – 7. Traendo le somme. – 7.1. La determinazione del quantum confiscabile come criterio distintivo della natura della confisca. – 7.2. Il volto punitivo della confisca nell’assetto vigente e vivente. – 7.3. Conseguenze sul piano della legittimità costituzionale derivanti dall’assegnazione alla confisca di una natura punitiva. – 7.4. La innata impermeabilità della confisca al controllo di proporzionalità e di individualizzazione delle sanzioni penali. – 8. Una prospettiva alternativa: riconoscere alla confisca mera funzione “ripristinatoria”, e ragionare di conseguenza. – 9. Conclusioni