Abstract. A partire dalle recenti istanze di giustizia, manifestate parallelamente tramite esposti alla Corte Penale internazionale e alle Procure italiane in relazione alle gravi violazioni dei diritti umani dei migranti, il presente contributo intende portare all’attenzione il “ribaltamento di prospettiva” che si registra sul piano giurisdizionale, sia internazionale che domestico, nell’affrontare il tema della configurabilità di una responsabilità penale degli attori istituzionali correlata all’attuazione delle politiche anti-migratorie. Un esito che impone una riflessione sui limiti strutturali che presenta la legislazione italiana e sulla necessità di coordinamento con l’attività della Corte Penale Internazionale per una corretta qualificazione giuridica delle condotte in esame, con l’auspicio di recepire al più presto in Italia di una normativa in materia di diritto penale internazionale che includa anche i crimini contro l’umanità.
SOMMARIO: 1. La qualificazione delle gravi violazioni dei diritti umani commesse nei confronti dei migranti nel Mediterraneo come crimini contro l’umanità. – 2. Le denunce presentate alla Corte Penale Internazionale per la configurabilità di una responsabilità penale individuale degli attori istituzionali italiani ed europei. – 3. La responsabilità diretta ex art. 25(3)(a) dello Statuto di Roma per il crimine internazionale di grave privazione della libertà personale. – 4. Il crescente numero di esposti presentati alle Procure italiane per il mancato soccorso dei migranti in mare. – 5. Limiti all’accertamento della responsabilità delle condotte degli attori istituzionali per le gravi violazioni dei diritti umani dei migranti ai sensi della legge penale italiana. – 6. Emergenti parallelismi ed esigenze di coordinamento tra intervento penale nazionale e internazionale. – 7. Riflessioni conclusive.
* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.