ISSN 2704-8098
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28 Luglio 2020


Il suicidio medicalmente assistito tra Corte costituzionale e Bundesverfassungsgericht. Spunti di riflessione in merito al controllo di costituzionalità sulle scelte di incriminazione


Il contributo è pubblicato in Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, n. 2/2020: per accedervi, clicca qui.

Abstract. Il contributo muove da una ricostruzione della recente decisione del Bundesverfassungsgericht del 26 febbraio scorso con la quale è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale della fattispecie incriminatrice di “favoreggiamento commerciale al suicidio” di cui al paragrafo 217 StGB. Si procede in seguito ad un’analisi sinottica degli snodi fondamentali di tale pronuncia e dell’altrettanto recente “doppia pronuncia” sulla medesima questione della Corte costituzionale. Più che indagare nel merito la ragionevolezza delle diverse prese di posizione, ci si propone di riflettere sul metodo sulle differenti “filosofie” di judicial review dei diversi giudici costituzionali e sul rilievo di queste pronunce per la teorizzazione dei limiti costituzionali alle scelte di criminalizzazione.

SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. La decisione BVerfG 26 febbraio 2020 – 2 BvR 2347/15 et al.: i casi in esame e i motivi di ricorso. – 3. La fattispecie incriminatrice in esame: il paragrafo 217 StGB. – 4. Una breve ricostruzione dell’iter della motivazione e del decisum del BVerfG. – 5. Un quadro sinottico con la “doppia pronuncia” della Corte costituzionale italiana. – 5.1. Il diritto fondamentale riconosciuto. – 5.2. L’ingerenza statale. – 5.3. Le possibili ragioni giustificative. – 5.4. Il vaglio sulla loro ragionevolezza. – 5.5. La tecnica decisoria. – 6. Le diverse “filosofie” dei due giudici costituzionali nel sindacato sulle fattispecie incriminatrici di aiuto al suicidio. – 7. Il significativo rilievo delle decisioni in esame per il tema dei limiti costituzionali alle scelte di criminalizzazione.