Abstract. Lo studio delle componenti tecnologiche che costruiscono la realtà digitale di cui facciamo quotidianamente esperienza può essere condotto su diversi livelli: ci si può soffermare sul funzionamento tecnico dato dalla struttura di software e algoritmi impiegati, oppure sulla percezione che gli individui hanno del risultato dello stesso funzionamento. Tenendo insieme i due punti di vista, una peculiarità che connota l’impiego delle TIC nel Cyberspace, la cui concettualizzazione parte dalla percezione che ne fa il singolo utente, è data dalla particolare dimensione temporale a cui sono soggette le informazioni in rete, destinate ad essere continuamente disponibili e accessibili. Paradossalmente, l’“immaterialità” del supporto tecnico che veicola i contenuti online conduce a quella che è stata definita un’“eternità mediatica”. Questa condizione segna inevitabilmente la natura e la vita dei “fatti” che si realizzano nel ciberspazio, andando ad incidere anche sulle interpretazioni giuridiche che se ne danno. Prendendo a riferimento le fattispecie di reato integrate dalla messa a disposizione di un contenuto illecito in rete (in particolare il caso della diffamazione online), si analizzeranno i riflessi penali che il particolare perdurare nel tempo delle informazioni e dei contenuti illeciti nel Cyberspace assume nell’interpretazione giuridica ed applicazione giudiziale di tali fattispecie.
SOMMARIO: 1. Due chiavi di lettura per il digitale. – 2. La persistente disponibilità dei contenuti illeciti online. – 3. Gli spunti offerti dalla giurisprudenza in materia di responsabilità penale degli hosting providers per il reato di diffamazione online. – 3.1. La consumazione del reato di diffamazione realizzato nel Cyberspace – 3.2. Il recente contrasto giurisprudenziale. – 4. I limiti della prospettiva “interna”: criticità della tesi della pluralità dei reati. – 5. Possibili qualificazioni della fase di perduranza di un contenuto illecito in rete. – 6. Ciò che suggerisce la prospettiva “esterna”.
* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.