ISSN 2704-8098
logo università degli studi di Milano logo università Bocconi
Con la collaborazione scientifica di

  Articolo  
22 Maggio 2020


I riflessi penali del perdurare nel tempo dei contenuti illeciti nel cyberspace


Abstract. Lo studio delle componenti tecnologiche che costruiscono la realtà digitale di cui facciamo quotidianamente esperienza può essere condotto su diversi livelli: ci si può soffermare sul funzionamento tecnico dato dalla struttura di software e algoritmi impiegati, oppure sulla percezione che gli individui hanno del risultato dello stesso funzionamento. Tenendo insieme i due punti di vista, una peculiarità che connota l’impiego delle TIC nel Cyberspace, la cui concettualizzazione parte dalla percezione che ne fa il singolo utente, è data dalla particolare dimensione temporale a cui sono soggette le informazioni in rete, destinate ad essere continuamente disponibili e accessibili. Paradossalmente, l’“immaterialità” del supporto tecnico che veicola i contenuti online conduce a quella che è stata definita un’“eternità mediatica”. Questa condizione segna inevitabilmente la natura e la vita dei “fatti” che si realizzano nel ciberspazio, andando ad incidere anche sulle interpretazioni giuridiche che se ne danno. Prendendo a riferimento le fattispecie di reato integrate dalla messa a disposizione di un contenuto illecito in rete (in particolare il caso della diffamazione online), si analizzeranno i riflessi penali che il particolare perdurare nel tempo delle informazioni e dei contenuti illeciti nel Cyberspace assume nell’interpretazione giuridica ed applicazione giudiziale di tali fattispecie.

SOMMARIO: 1. Due chiavi di lettura per il digitale. – 2. La persistente disponibilità dei contenuti illeciti online. – 3. Gli spunti offerti dalla giurisprudenza in materia di responsabilità penale degli hosting providers per il reato di diffamazione online. – 3.1. La consumazione del reato di diffamazione realizzato nel Cyberspace – 3.2. Il recente contrasto giurisprudenziale. – 4. I limiti della prospettiva “interna”: criticità della tesi della pluralità dei reati. – 5. Possibili qualificazioni della fase di perduranza di un contenuto illecito in rete. – 6. Ciò che suggerisce la prospettiva “esterna”.

* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.