Il contributo è pubblicato sul numero 4/2020 di Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale. Per accedervi, clicca qui.
Abstract. I sistemi di intelligenza artificiale pervadono ormai la nostra quotidianità. Essi però non sono assiologicamente neutrali e hanno un’esecuzione opaca dell’algoritmo. In ambito giuridico emergono questioni principalmente relative al riconoscimento di una macchina come autore o vittima di un reato, alla predizione di un accadimento, all’attività giudiziaria nel rispetto dei diritti fondamentali. Dopo avere illustrato i profili di tali problemi, il lavoro evidenzia la necessità che l’uso delle macchine sia sottoposto a un “controllo umano significativo”, di cui sono precisati i requisiti.
SOMMARIO: 1. Pervasività di intelligenza artificiale e diritto: loro ineludibile rapporto. – 2. Indeterminatezza delle nozioni di diritto e di intelligenza artificiale. – 3. Solo apparente neutralità dell’intelligenza artificiale e sua opacità. – 4. La tutela dei diritti fondamentali. – 5. Profili di diritto penale sostanziale. – 6. La predizione di un accadimento. – 7. … in sede giurisdizionale. – 8. Necessità di un “controllo umano significativo”.