Contributi a un corso di formazione della Scuola Superiore della Magistratura
Insieme ai membri del Comitato Direttivo della S.S.M. (Marco Maria Alma, Costantino De Robbio, Gianluigi Gatta) ho pensato che potesse essere utile per chiunque fosse interessato avere a disposizione – l’una dopo l’altra – le due relazioni introduttive al corso della S.S.M. sul contrasto al terrorismo del 2023, tenuto presso l’Università Statale di Milano ed intitolato ai magistrati Emilio Alessandrini e Guido Galli.
“Chiunque fosse interessato” e quindi non solo i magistrati e gli avvocati che hanno partecipato al corso, ma tutti i lettori della rivista Sistema Penale, grazie appunto alla disponibilità della Direzione della Rivista stessa.
Si tratta delle relazioni (consultabili in allegato) di Armando Spataro (“Le esperienze ed il metodo di contrasto al terrorismo di sinistra”) e di Giovanni Salvi (“Relazione sul terrorismo di destra”).
Perché?
La risposta è presto data, l’hanno data con chiarezza i due relatori[1], e rappresenta il filo conduttore di qualunque formazione culturale sulla materia del terrorismo.
In sintesi: le esperienze del passato hanno rappresentato, e rappresentano, la base del sistema di contrasto a tutte le forme di manifestazione del terrorismo, all’interno del nostro sistema costituzionale.
È sufficiente fare qui riferimento al principio di indipendenza del P.M. dal potere esecutivo; della obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 della Costituzione); della dipendenza funzionale della Polizia Giudiziaria dall’autorità giudiziaria (art. 109).
Molte altre sono le norme costituzionali rilevanti in materia, ma quelle citate rappresentano la struttura di fondo, e valgono ancora di più in un periodo storico quale l’attuale caratterizzato da prospettive di riforme, di qualunque tipo, che parrebbero destinate a ridimensionarle.
Le due relazioni, fondate su esperienze dirette, studi approfonditi durati decenni e fondamentale attività di formazione della magistratura, non sono “accomodanti” e richiedono letture attente.
Basti pensare all’inizio della narrazione di Giovanni Salvi, che ricorda gli onori attribuiti al pluriomicida Pierluigi Concutelli nel recente funerale (18.3.2023), alla presenza di folta rappresentanza di camerati, con la bara avvolta nel tricolore[2].
Pierluigi Concutelli, assassino del collega magistrato Vittorio Occorsio e – all’interno del carcere – di Carmine Palladino e di Ermanno Buzzi, coinvolti rispettivamente nelle stragi di Bologna e di Brescia e programmaticamente disponibili a rendere dichiarazioni utili per contribuire a chiarire due delle terribili stragi degli “anni del tritolo”[3].
Basti pensare, ancora, alla polemica contro l’“italica misteriologia” che fa ricordare ad Armando Spataro l’articolo pubblicato nel 2017 da un deputato componente della Commissione Moro[4], nel quale si evidenzia – serenamente – la partecipazione alla “vicenda Moro” di «CIA, KGB, Mossad, Stasi, servizi segreti inglesi, francesi, italiani» e ancora, sia pure con “ruoli diversi” «mafia, camorra, ndrangheta e banda della Magliana (con la quale discutono autorevoli personaggi di Polizia e Carabinieri)».
O, ancora, la polemica sottolineatura che Spataro fa della dedica che Sergio Segio appone all’inizio del suo libro “Una vita in prima linea”[5]: «a tutti i figli e le figlie dei nostri compagni. Perché crescendo e cominciando a sapere e a capire, non gli venga mai meno la certezza che i loro genitori sono state persone buone e leali. Che hanno lottato, con errori spesso gravi, ma anche con generosità e coraggio, per un mondo migliore e più giusto...» (il corsivo è mio).
Sergio Segio, autore di vari omicidi tra i quali appunto l’omicidio di Emilio Alessandrini (29 gennaio 1979) e di Guido Galli (19 marzo 1980), magistrati ai quali il corso di formazione è intitolato.
Molti gli spunti interessanti e continui i collegamenti con l’attualità.
Solo a titolo di esempio: il Concutelli, al quale vengono riconosciuti devoti onori durante i funerali neri italiani, viene nell’attualità elevato al rango di “Saint”, al posto numero due, di una terribile classifica di eroi della resistenza suprematista internazionale[6].
Non bastano due relazioni a fare formazione, ed a fare cultura, ma sono senz’altro utili in un presente sempre più privo del proprio passato[7].
(Maurizio Romanelli)
[1] «Coltivare la memoria non vale solo a lenire il dolore dei familiari delle vittime. Questo impegno è indispensabile perché la storia non venga narrata secondo i comodi politici del momento e perché le giovani generazioni si formino alla scuola dei valori civili del coraggio, della fermezza, della difesa delle libertà e dei diritti. In una parola all’onore secondo Costituzione (art. 52)» Giovanni Salvi, Relazione cit. p. 1.
«...conoscere il passato serve per l’oggi e per il futuro di tutti, specie nel contesto storico e sociale in cui viviamo…la conoscenza di quegli anni e di quei fenomeni criminali serve al paese e non solo ai magistrati» Armando Spataro, Le esperienze cit., pag. 2.
[2] «Questo è l’onore del camerata Concutelli. Ebbene, nessuna istituzione ha reagito al tributo dato al defunto da molti camerati, che ne hanno avvolto la bara con il tricolore».
[3] Giovanni Salvi ricorda anche, nella sua relazione, gli elementi emersi a carico di Concutelli per il duplice tentato omicidio commesso a Roma il 5 ottobre 1975 in danno di Bernard Leighton, Vice Presidente della DC cilena in esilio a Roma, e della moglie Ana Fresno Obole, che si era chinatq a soccorrerlo dopo che era stato colpito alla nuca (6.10.1975).
Sia Pierluigi Concutelli che Stefano delle Chiaie sono stati assolti con sentenza definitiva dalla partecipazione all’attentato, ma evidenzia Giovanni Salvi che elementi chiari a loro carico sono successivamente emersi nel corso del processo celebrato di fronte alla Corte di Assise di Roma nei confronti di Michael Townley, Manuel Contreras Sepulveda e Edoardo Iturriaga Neumann, tutti componenti ad alto livello della DINA, il servizio segreto cileno e tutti e tre condannati per il duplice tentato omicidio commesso in Italia.
Per chi fosse interessato a queste rilevantissime pagine di storia, e di storia giudiziaria, rinvio all’ulteriore contributo di Giovanni Salvi, Dal terrorismo politico alle nuove forme di terrorismo globale: la precomprensione dei fenomeni sociali ed il ruolo della magistratura, relazione tenuta nel corso della formazione decentrata della Corte di cassazione intitolato a Vittorio Occorsio, il 1 marzo 2017, agevolmente reperibile anche in Questione Giustizia, 27.4.2018, in allegato all’ulteriore relazione del dott. Salvi, Appunti per una relazione sul terrorismo di destra.
Di particolare rilievo anche l’audizione del dott. Giovanni Salvi di fronte alla Commissione Parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, seduta n. 122 del giorno 1.2.2017, pubblica nella parte di ricostruzione della vicenda e reperibile anche su fonti aperte (oltre che ovviamente agli atti dei lavori della Commissione).
[4] Gero Grassi, 11 agosto 2017 su La Gazzetta del Mezzogiorno, con il titolo L’uccisione di Moro. Tutti i misteri e le false verità.
[5] Rizzoli, 2006.
[6] Il dato è stato ricordato, sempre nel corso dell’incontro di studi della S.S.M, dal Prefetto Diego Parente, Direttore della D.C.P.P.; l’ “onore” della collocazione al numero uno dell’elenco dei “santi” va a James Earl Ray, assassino di Martin Luther King.
[7] Per chi fosse interessato, rinvio al mio contributo, Il valore della memoria. Riflessione a margine di un corso della S.S.M. sul terrorismo dedicato a Guido Galli, in questa Rivista, 8 settembre 2021.