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18 Ottobre 2024


Rivista italiana di diritto e procedura penale n. 2/2024

Abstract dei contenuti (a cura di Candida Mistrorigo)



Con l'autorizzazione dell'editore Giuffrè Francis Lefebvre anticipiamo di seguito gli abstract dei lavori pubblicati nell'ultimo numero della Rivista italiana di diritto e procedura penale (n. 2/2024).

 

DOTTRINA

ARTICOLI

Dolcini E.,  Patologie del sistema sanzionatorio penale e principio della rieducazione del condannato, p. 413 ss.

La pena reale è tuttora lontana dalla pena ideale, quale delineata dalla Costituzione. Indicazioni tese a ridurre tale divario sono venute, in anni recenti, dalla Corte costituzionale e dalla Corte Edu, ma non sono state adeguatamente recepite dal legislatore e dall’amministrazione penitenziaria. Le statistiche mostrano una forte espansione di misure vecchie e nuove riconducibili all’area penale esterna, senza che a questo fenomeno si accompagni una riduzione delle presenze in carcere. Le carceri italiane sono anzi sempre più sovraffollate. Rimedi di breve periodo, quali un indulto o una riforma della liberazione anticipata, sembrano incontrare ostacoli insormontabili nell’attuale assetto politico-istituzionale. Per lo studioso del diritto penale non rimane che concentrare ogni sforzo sulla dimensione culturale del problema-carcere, cercando di estirpare dalla società la convinzione, oggi radicata, che il carcere sia l’unico, insostituibile strumento di sicurezza della società civile.

 

Romano M., Non punibilità, estinzione del reato, riforma Cartabia, p. 437 ss.

L’A. si concentra sull’aumento, nella legislazione penale dell’ultimo decennio, delle cause di non punibilità e delle cause di estinzione del reato. Quanto alle prime, ribadita la scindibilità tra reato e punibilità, nonché la posizione di questa categoria all’esterno del reato, esamina le differenze tra la non punibilità ex art. 131-bis c.p. e le cause di non punibilità tradizionali. Quanto alle cause estintive, richiamatane la distanza dalle cause di non punibilità, analizza le norme sull’estinzione per condotte riparatorie e sulla sospensione del procedimento con messa alla prova dell’imputato (artt. 162-ter; 168-bis c.p.). L’A. rileva la sinergia della non punibilità e dell’estinzione del reato nell’ottica di una politica deflattiva dei procedimenti e sottolinea i progressi di civiltà di un sistema penale non più carcerocentrico. Loda della riforma Cartabia il disegno di rinnovamento ed efficientamento della giustizia penale, ma ha dubbi su una discrezionalità giudiziaria che gli pare eccessiva. Si sofferma infine sulle positive novità in tema di pene sostitutive di pene detentive brevi, additando tuttavia le difficoltà della loro concreta attuazione e mettendo in guardia, in caso di insuccesso, contro eventuali deplorevoli ritorni al passato.

 

Orlandi R., Postulati del processo penale contemporaneo tra principi “naturali” e concezioni normative, p. 465 ss.

Il presente saggio si propone di esaminare il diverso modo in cui le dottrine processuali penali degli ultimi decenni hanno elaborato approcci critici alle leggi vigenti. La critica suppone un punto di appoggio esterno alla legge e ripudia letture dei testi legali fondati soltanto su abilità esegetiche. Servono postulati extra- o sovra-legali. Nella storia delle dottrine recenti l’autore individua ed esamina tre tipi di approccio. Il primo, fondato su asserite leggi (o principi) naturali del processo, si sviluppa in Italia nella prima metà degli anni Sessanta del secolo scorso. Il secondo, imperniato su norme sovra-legali (costituzionali, convenzionali), si afferma a partire dai successivi anni Settanta. Il terzo, infine, ancorato ai valori giusnaturalistici della dignità umana e dei diritti inviolabili della persona, ha conosciuto una particolare fioritura nella letteratura tedesca già a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso ed è approdato da poco nel dibattito italiano. Non si tratta di approcci alternativi o in conflitto fra loro, ma diverse possono essere le conclusioni pratiche cui l’interprete perviene in sede applicativa. Importante è essere consapevoli delle potenzialità e dei limiti intrinseci a ciascuno di essi.

 

Cassibba F., Prescrizione processuale e tempi morti: una proposta davvero inattuale? , p. 491 ss.

Il saggio, muovendo dalla compatibilità con l’art. 112 Cost. della prescrizione dell’azione penale, intende evidenziare come l’improcedibilità derivante dal decorso del tempo si riveli uno strumento effettivamente capace di concorrere ad assicurare la ragionevole durata del processo, ponendo in luce le necessarie garanzie di contesto che ne devono accompagnare l’introduzione.

 

NOTE A SENTENZA

 

Risicato L., le Sezioni Unite e il “saluto romano”: un pericolo concreto di irrilevanza penale?, p. 511 ss.

Le Sezioni Unite affermano che il “saluto romano” deve considerarsi manifestazione usuale del disciolto partito fascista ai sensi dell’art. 5 legge 30 giugno 1952, n. 645 (c.d. legge Scelba) e non esibizionismo razzista ai sensi dell’art. 2 l. 25 giugno 1993, n. 205 (c.d. legge Mancino). Aderendo a tale assetto, la soglia della punibilità coincide col pericolo concreto di ricostituzione del fascismo e non col mero pericolo astratto, caratterizzante invece la fattispecie prevista dalla legge Mancino. Pur ribadendo una sfera di possibile interferenza tra le due disposizioni ed il relativo concorso, la Corte motiva la sua decisione riaffermando la perdurante validità della risalente giurisprudenza costituzionale in materia e tratteggiando in modo apodittico i diversi beni giuridici tutelati dalle due fattispecie. La legge Scelba punirebbe, così, il fascismo “storico”, mentre la legge Mancino tutelerebbe la dignità e l’eguaglianza contro manifestazioni ideologiche di tipo “attuale”. La ricostruzione non appare convincente, sia in base alle caratteristiche scivolose del pericolo “concreto” di ricostituzione del fascismo, sia alla luce di significato e portata della XII Disposizione finale della Costituzione.

 

 

SPECIALE “I CONTROLLI SULLE PUBBLICHE FUNZIONI: QUALE RUOLO DEL DIRITTO PENALE?”

(Atti del XI Convegno nazionale dell’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Penale – Padova, 10/11 novembre 2023)

 

Nordio C., Apertura dei lavori, p. 533 ss.

Pelissero M., Introduzione ai lavori: la tutela penale della pubblica amministrazione nell’intrico della disciplina amministrativa e dei controlli, p. 535 ss.

Severino P., Pubblico e privato nelle qualifiche soggettive agli effetti penali: una introduzione, p. 541 ss.

Vallini A., Gli incerti confini tra pubblico e privato nelle qualifiche soggettive, p. 545 ss.

Ambrosetti E.M., Fenomenologia degli accordi corruttivi tra tipicità e prova: una introduzione, p. 555 ss.

Mongillo V., La lotta alla corruzione tra frammentazione della tipicità e tattiche di semplificazione probatoria, p. 561 ss.

Padovani T., Concussione, induzione indebita, corruzione: nella notte nera delle vacche nere, p. 575 ss.

De Vero G., Statuto attuale e prospettive evolutive della corruzione parlamentare, p. 583 ss.

Seminara S., Il parlamentare come pubblico ufficiale, tra corruzione e codici di condotta, p. 589 ss.

Rivosecchi G., Attività parlamentare e corruzione, p. 603 ss.

Parisi N., “Le fattispecie ancillari agli scambi corruttivi”: note introduttive alla sessione. Repressione e prevenzione, due leve complementari e reciprocamente tributarie nell’azione di contrasto alla corruzione, p. 615 ss.

Alagna R., Il racconto dell’ancella: note critiche sul traffico di influenze illecite, p. 627 ss.

Carloni E., L’abuso di potere, tra contrasto penale e contrasto amministrativo: i limiti dell’anticorruzione amministrativa, p. 637 ss.

Consulich F., Appalti, pubblica amministrazione e concorrenza: le tre dimensioni dell’inerzia penalistica nel settore del public procurement, p. 649 ss.

Di Giovine O., Introduzione. Tra storia e commemorazione dell’abuso d’ufficio, p. 663 ss.

Gagliardi M., I controlli sulle pubbliche funzioni, p. 671 ss.

Masullo M.N., L’equivoca correlazione tra abuso d’ufficio e burocrazia difensiva, p. 687 ss.

Sessa A., Dall’arresto illegale all’abuso d’ufficio ‘illegale’: per la sistematizzazione di un’ipotesi di ‘eccepibile’ prognosi privilegiata statale, p. 699 ss.

Busia G., I limiti del diritto penale e il rapporto tra prevenzione e repressione nei reati contro la pubblica amministrazione, p. 711 ss.

Lupària L., L’illegalità nella pubblica amministrazione. Quale ruolo per il diritto processuale penale?, p. 733 ss.

Manacorda S., La “diafana” tipicità della corruzione internazionale: verso un ulteriore indebolimento del modello tassativizzante?, p. 741 ss.

Mattarella B.G., I rimedi amministrativi all’illegalità nella pubblica amministrazione, p. 753 ss.

Forti G., Relazione di sintesi (in sette parole), p. 759 ss.

 

LEGGI E DOCUMENTI

Palma M., Angusto, inefficace, in ritardo. Il decreto legge n. 92/2024, p. 791 ss.

Pavarin G.M., L’ineffabile inutilità di un decreto urgente che ignora l’urgenza, p. 803 ss.

 

COMMENTI E DIBATTITI

Civello G., Sul concetto di “colpevolezza normativa”: alcune riflessioni sul libro di Mauro Ronco, Voluntas ut ratio. Sullo statuto della volontà nel diritto penale , p. 813 ss.

 

Tra gli ulteriori contributi presenti nel fascicolo della Rivista, oltre alle consuete rassegne di giurisprudenza costituzionale e di giustizia penale sovranazionale, si segnalano, nella Rassegna bibliografica, le recensioni delle seguenti monografie:

Fiandaca G., Punizione, Il Mulino, Bologna, 2024, pp. 178 (Federico Bacco)