SOMMARIO: 1. Alcune premesse definitorie. – 2. Il contrasto alla criminalità organizzata come priorità europea. – 3. L’analisi del fenomeno: una vecchia emergenza criminale con nuove spoglie. – 3.1. La dimensione imprenditrice delle mafie, multi-service provider. – 3.2. Le organizzazioni mafiose operanti su scala mondiale. – 3.3. Il cambiamento dei modelli operativi: la capacità di network. – 3.4. Il vantaggio tecnologico e la flessibilità operativa. – 4. Le implicazioni e le criticità. – 4.1. Sottovalutazione e rischio di implicita accettazione del ruolo delle mafie. – 4.2. Le difficoltà del coordinamento investigativo internazionale e nazionale e la crisi del principio del mutuo riconoscimento nei rapporti di cooperazione giudiziaria penale. – 4.2.1. I problemi di coordinamento nazionale per i nostri partner europei. – 4.2.2. La crisi del principio di mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie. – 4.3. Le implicazioni per il diritto penale sostanziale. – 5. La verifica sul campo con un reperto giurisprudenziale europeo: il caso POLLINO ossia “Ndrangheta Connection”. – 6. Il miglioramento del contrasto alle mafie, tra nuove proposte normative ed il miglioramento dei meccanismi esistenti. – 6.1. Il miglioramento del contrasto patrimoniale. Un’urgente ed ineludibile necessità. – 6.2. L’affermazione di un’autentica prospettiva europea nel coordinamento giudiziario internazionale. – 6.3. L’introduzione di una nuova fattispecie associativa e la piena rilevanza penalistica della sua transnazionalità. – 7. Conclusioni.
*Testo rielaborato della relazione tenuta nell'ambito del Corso organizzato dalla Scuola Superiore della Magistratura e dalla Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo intitolato “I 30 anni della DNA, delle DDA e della DIA. 30 anni di legislazione contro il crimine organizzato: le origini e le evoluzioni del sistema antimafia” (22 Giugno 2022, Roma).