ISSN 2704-8098
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  Recensione  
13 Novembre 2020


A. Manna, Manuale di diritto penale. Parte generale, Giuffrè Francis Lefebvre, 2020


È d’uopo spiegare il metodo che si è ritenuto di utilizzare per il Manuale di diritto penale, Parte generale, a seguito dell’incarico ricevuto dalla Casa editrice Giuffrè Francis Lefebvre, che anche in questa occasione si intende sentitamente ringraziare per la fiducia accordata.

Il metodo consiste in una rielaborazione, ad uso, in particolare, di coloro che intendono sostenere l’esame di magistratura e di avvocatura, nonché per tutti gli operatori del diritto e naturalmente anche per i giuristi, di Manna, Corso di diritto penale, parte generale, 5ᵃ, Milano, 2020, che già dal titolo si dimostra frutto di impostazione diversa, giacché il Corso è destinato agli studenti, in particolare di scienze delle investigazioni, ove il sottoscritto è titolare del corso di diritto penale, parte generale, presso il Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Foggia, mentre il Manuale possiede una platea tutt’affatto diversa, cioè quella in apicibus indicata, che infatti ha necessitato di una profonda trasformazione del Corso, tanto che il Manuale costituisce soltanto un suo lontano parente.

Mentre, infatti, nel Corso si privilegia ovviamente la c.d. dottrina e la giurisprudenza è incastonata nel testo, senza una sua autonomia, nel Manuale accade esattamente il contrario. Ciò nel senso che la parte teorico-dogmatica costituisce solo un presupposto per i successivi focus giurisprudenziali, che sono stati elaborati soprattutto dagli allievi della cattedra di diritto penale, utilizzando le sentenze più rilevanti in ogni determinata materia, ma - e questo è un punto del tutto dirimente – non con la mera citazione della massima, ma anche con opportuni, ed anzi necessari, rilievi critici al riguardo, o comunque commenti anche, se del caso, di carattere adesivo.

Ciò, a nostro avviso, anche se riprende con il sistema del focus ciò che è già stato utilizzato brillantemente, senza che il sottoscritto lo sapesse, dalla collega Maria Alessandra Sandulli per il manuale di diritto amministrativo, II, risulta fondamentale come metodo di apprendimento, perché si è convinti che non solo per la preparazione degli esami in oggetto, ma in linea generale, è fondamentale un approccio alla giurisprudenza, purtroppo sempre più creativa, ed anche alla dottrina, benché in questo momento è in fase parzialmente recessiva, di carattere non certo nozionistico, bensì basato essenzialmente sul ragionamento giuridico.

Siamo infatti convinti, come del resto lo è la stragrande maggioranza dei giuristi, che il diritto costituisce nell’ambito delle scienze sociali, una disciplina di carattere valutativo, che differenzia la scienza giuridica stessa dalle c.d. scienze dure, come la fisica o la chimica, ove, anche se pure in queste ultime è passato il principio relativistico di einsteiniana memoria, comunque seguono un metodo di carattere prevalentemente sperimentale, ciò che non può avvenire di certo nella scienza giuridica, ove semmai lo experimentum viene sostituito idealmente dal precedente giurisprudenziale, ma ciò conferma appunto il carattere valutativo della scienza giuridica ed è questa la fondamentale ragione per cui, a nostro avviso, lo studio puramente nozionistico della giurisprudenza in particolare ed anche della dottrina non è fruttifero in quanto notoriamente la memoria tradisce e soprattutto non fa comprendere la vera essenza degli istituti giuridici.

In questa prospettiva ci auguriamo che il metodo che il sottoscritto con i suoi allievi, ovverosia quello, in particolare attraverso i focus giurisprudenziali di abituare il discente o comunque il lettore al ragionamento giuridico, costituisca un passo in avanti e comunque di sicuro avvenire, rispetto a metodi ormai del tutto desueti, almeno a nostro avviso, ovverosia quelli di carattere essenzialmente mnemonico.

Quanto sinora osservato fa, infine, chiaramente comprendere come, seppure la base sia comune, sussiste una profonda differenza fra il Corso di diritto penale ed il Manuale di diritto penale, percepibile addirittura già dalla diversa tipologia di titolo utilizzato.

Ci auguriamo quindi, il sottoscritto ed i suoi collaboratori, che comunque anche con il loro apporto hanno reso possibile la creazione di questo Manuale, che quest’ultimo possa riuscire a costituire un ausilio importante non solo a livello di superamento degli esami di abilitazione, ma anche più in generale per le categorie degli operatori penalistici del diritto e financo dei colleghi giuristi.