Nota a sentenza  
18 Febbraio 2021


Alle Sezioni unite i "limiti temporali" della confisca "allargata" ex art. 240-bis c.p. disposta in fase esecutiva


Antonio Gatto

Nota a Cass., Sez. I, ord. 18 settembre 2020 (dep. 9 novembre 2020), n. 31209, Pres. Santalucia, rel. Magi, ric. Crostella e altri


Abstract. È stata sottoposta all’esame delle Sezioni unite la questione attinente al «limite temporale» che vincola il giudice dell’esecuzione, qualora questi, dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna, sia chiamato a disporre la confisca «allargata» di cui all’art. 240 bis c.p. In particolare, si contrappongono due orientamenti: secondo il primo, l’ablazione disposta in fase esecutiva può avere ad oggetto solo i beni di cui il condannato aveva la disponibilità (diretta o indiretta) al momento della «emissione» della sentenza di condanna; ad avviso del contrapposto indirizzo ermeneutico, invece, occorre tenero conto del momento in cui la sentenza diviene «irrevocabile». Nel contributo, dopo aver ricostruito i sistemi normativi che disciplinano la confisca «estesa» nelle distinte fasi di cognizione ed esecuzione, si illustrano i due differenti filoni giurisprudenziali, prospettando la soluzione che si ritiene maggiormente fondata alla luce di considerazioni di carattere teleologico e sistematico.

SOMMARIO: 1. La questione sottoposta all’esame delle Sezioni unite. – 2. Le origini della confisca «per sproporzione» e la «riserva di codice». – 3. I presupposti applicativi. – 3.1. La condanna per uno dei reati-sorgente. – 3.2. La sproporzione patrimonio-reddito. – 3.3. La mancata giustificazione. – 4. La confisca in fase di cognizione. – 5. La confisca in fase di esecuzione. – 6. La «linea di arresto» temporale: pronuncia o irrevocabilità della sentenza? – 7. I poteri istruttori del giudice dell’esecuzione in tema di confisca «estesa». – 8. Conclusioni.

* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.