Progetto di legge A.C. n. 2024 (Cirielli)
Pubblichiamo in allegato la proposta di legge n. A.C. 2024, d'iniziativa del deputato Edmondo Cirielli (FdI), presentata alla Camera il 25 luglio 2019, recante "Abrogazione dell'articolo 131-bis del codice penale e modifiche al codice di procedura penale in materia di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto". La proposta di legge è stata assegnata alla Commissione Giustizia, in sede referente, il 28 ottobre 2019 (l'esame non risulta ad oggi iniziato; per la scheda dei lavori preparatori, sul sito della Camera, clicca qui).
Nella relazione alla proposta, qui allegata assieme all'articolato, si legge che l'istituto, introdotto nel 2015, "rappresenta un quid pluris all'interno di un assetto normativo già colmo di istituti lassisti e favorevoli ai rei, la cui introduzione, nel corso degli anni, si ritiene abbia prodotto pericolosi meccanismi di disattivazione dell'effettività della pena". La proposta mira a "tutelare maggiormente le vittime" e le funzioni della pena: " sia quella di intimidazione sia quella di retribuzione e perfino quella di rieducazione". Per di più, si afferma conclusivamente, "la disciplina de qua", oltre a prestarsi ad essere "impropriamente utilizzata per cercare di alleggerire il carico degli uffici giudiziari"... "potrebbe essere addirittura interpretata come una vera propria concessione a delinquere tenuamente".
La proposta di legge desta non poche perplessità nella misura in cui sembra non considerare che l'art. 131 bis c.p. è espressione non già di logiche lassiste, ma dell'idea per cui il processo penale e la pena non sono risposte adeguate a offese particolarmente esigue, ritenute tali dal giudice e perpetrate da autori non abitualmente dediti alla commissione di reati. In un periodo in cui al centro del dibattito pubblico vi sono i temi della eccessiva durata del processo e dell'altrettanto eccessivo numero di reati che cadono in prescrizione, a procedimento penale in corso, proporre l'abrogazione dell'art. 131 bis c.p., appellandosi a una certa visione della "certezza della pena" - figlia di un cieco furore repressivo - sembra non tenere in conto gli effetti negativi sul funzionamento del sistema penale, rispetto al quale il meccanismo dell'art. 131 bis c.p. agisce oggi come un'utile e ragionevole valvola di sfogo, affidata caso per caso alla valutazione del giudice.
La nostra Rivista seguirà l'evoluzione dei lavori parlamentari relativi alla proposta di legge in esame. Segnaliamo in proposito alcune prime autorevoli riflessioni, svolte dal Prof. Francesco Palazzo nella parte conclusiva di un contributo sulla categoria della "non-punibilità", pubblicato oggi stesso.
(Gian Luigi Gatta)