ISSN 2704-8098
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  Articolo  
04 Aprile 2025


La giustizia come fonte di ricavi


AbstractLa giustizia andrebbe valutata non solo sulle performance, sulla qualità delle pronunce e sui costi che impone, ma anche sui possibili ricavi. Ricavi su cui mancano monitoraggi e attenzione, in omaggio ad una cultura carcerocentrica in cui il recupero di sanzioni pecuniarie e di crediti conta ben poco. Le somme recuperabili, che oggi hanno un importo complessivo non quantificato, derivano da pene pecuniarie, sanzioni e spese processuali e beni sequestrati e confiscati. Somme, suddivise come provenienza e destinazioni che riguardano le pene pecuniarie (oltre € 785 milioni di cui veniva recuperato sino al 2022 solo il 2,93%), i beni sequestrati e confiscati (oggi non quantificati), le sanzioni e spese processuali penali (almeno diverse centinaia di milioni di euro). Il Fondo Unico Giustizia gestisce i beni sequestrati e confiscati in procedimenti penali ordinari e le somme non reclamate nei procedimenti civili ed esecutivi alla data del 30 settembre 2024 gestiva € 2.573.597.789 di risorse liquide ed un totale di € 4.969.652.185. Somme di cui si riscuote ben poco e di cui al sistema giustizia arriva ancora meno. Le uniche somme sono quelle che il Fondo Unico Giustizia versa ai Ministeri della Giustizia e dell’Interno: circa 50 milioni l’anno, ovvero l’1 % di quanto gestito. La riforma Cartabia ha fatto un passo avanti abbandonando l’impostazione civilistica e recuperando la natura di pena, differenziando tra chi è insolvibile (ovvero non è in grado di pagare) per cui la pena viene sostituita con il lavoro di pubblica utilità e chi è insolvente (ovvero non vuole pagare) che invece viene sottoposto alla semilibertà sostitutiva. Impostazione più afflittiva che dovrebbe esercitare una forte pressione sui condannati per pagare di cui già si avverte qualche limitato miglioramento, ma che va completata concretizzando gli altri prerequisiti per incentivare il pagamento relativi a rafforzamento di UEPE e magistratura di sorveglianza e alla creazione di sezioni autonome degli istituti penitenziari. Nell’articolo vengono indicate alcune direzioni per superare questa situazione di ineffettività e evasione tollerata a partire da un costante monitoraggio a livello nazionale e distrettuale con dati pubblici sulle somme dovute, da riscuotere e riscosse. E poi di incoraggiare fortemente l’adempimento spontaneo agevolando e facilitando il pagamento di pene, sanzioni e spese processuali, quantificandole in sede di dispositivo, invitando al pagamento immediato in misura ridotta e consentendo l’utilizzo di qualsiasi canale di pagamento. Quindi abbandonare una logica che vede oggi come unica pena la reclusione per puntare su pene pecuniarie (in Italia il 23 % delle sanzioni contro il 77,8 % della Germania) davvero effettive, anche estendendo e generalizzando forme di definizione amministrativa di reati puniti con pene pecuniarie. Poi si dovrebbe sostenere il personale delle cancellerie nel compito loro affidato di vendita dei beni confiscati, con protocolli nazionali per coinvolgere i professionisti interessati (notai, commercialisti, avvocati) e l’Istituto Vendite Giudiziarie per consentire vendite in tempi rapidi e con adeguati ricavi. Oggi il sistema generale di riscossione è scarsamente efficiente ed è affidato, grazie ad una convenzione con il Ministero della Giustizia, a Equitalia Giustizia. La proposta è di far tornare la competenza sul recupero di tutti questi crediti agli uffici giudiziari, fino all’adempimento spontaneo, creando Uffici Recupero Crediti distrettuali con personale formato e specializzato e assicurando che una quota del maggiore incasso sia delle pene, sanzioni e spese processuali, sia delle vendite giudiziarie, vada al personale giudiziario. Si avrebbe il duplice risultato di responsabilizzare e stimolare fortemente il personale e di far tornare appetibili professioni che oggi, per livelli retributivi non corrispondenti a funzioni e responsabilità, non trovano più candidati.

SOMMARIO: 1. Premessa. Lo scopo della ricerca. – 2. Il F.U.G. ed Equitalia Giustizia S.p.a. – 3. La nuova normativa sull’effettività delle pene pecuniarie. – 4. L’attuale stato della nuova normativa sull’esecuzione delle confische. – 5. I dati attuali sul recupero somme. – 6. I possibili sviluppi: le agevolazioni e semplificazioni. – 7. L’ampliamento e rivisitazione delle pene pecuniarie. – 8. Equitalia giustizia S.p.a. ed il coinvolgimento e l’incentivazione del personale giudiziario.

 

*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.