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07 Settembre 2020


La sentenza delle Sezioni unite sui rapporti tra dichiarazione di assenza ed elezione di domicilio presso il difensore d'ufficio

Cass., Sez. un., sent. 28 novembre 2019 (dep. 17 agosto 2020), n. 23948, Pres. Carcano, Est. Di Stefano, imp. Darwish Mhamed



In attesa di ospitare contributi di approfondimento, segnaliamo ai lettori il deposito della sentenza con cui le Sezioni unite si sono pronunciate sulla questione di diritto «se, ai fini della pronuncia della dichiarazione di assenza di cui all’art. 420-bis cod. proc. pen., integri di per sé presupposto idoneo l’intervenuta elezione da parte dell’indagato di domicilio presso il difensore di ufficio nominatogli o, laddove non lo sia, possa comunque diventarlo nel concorso di altri elementi indicativi con certezza della conoscenza del procedimento o della volontaria sottrazione alla predetta conoscenza del procedimento o di suoi atti» (in questa Rivista può leggersi anche l’ordinanza di rimessione).

Riportiamo di seguito il principio di diritto formulato dalle Sezioni unite, anticipato dall'informazione provvisoria diffusa all'esito della camera di consiglio del 28 novembre 2019: «La sola elezione di domicilio presso il difensore di ufficio, da parte dell'indagato, non è, di per sé, presupposto idoneo per la dichiarazione di assenza di cui all'art. 420-bis c.p.p., dovendo il giudice in ogni caso verificare, anche in presenza di altri elementi, che vi sia stata l'effettiva instaurazione di un rapporto professionale tra il legale domiciliatario e l'indagato, tale da far ritenere con certezza che quest'ultimo abbia conoscenza del procedimento ovvero si sia sottratto volontariamente alla conoscenza del procedimento stesso».

(Francesco Lazzeri)