ISSN 2704-8098
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  Articolo  
07 Maggio 2020


Responsabilità penale dell'internet service provider e concorso degli algoritmi negli illeciti online: il caso Force v. Facebook


Abstract. Ogni giorno miliardi di utenti affollano il mondo virtuale e approfittano degli spazi concessi dagli internet service provider per condividere innumerevoli contenuti, talvolta anche illeciti. Muovendo da un caso approdato di recente dinnanzi alle corti statunitensi – Force v. Facebook – l’Autrice si propone di indagare se possa sussistere una responsabilità penale in capo agli internet service provider per la veicolazione di contenuti illeciti da parte di terzi e, in particolare, se l’uso di algoritmi di associazione e filtraggio capaci di selezionare i contributi più apprezzati e di garantirne un’enorme diffusione possa far perdere loro la tradizionale qualifica di “intermediari neutri” in favore del riconoscimento di un ruolo attivo nella commissione del reato, soprattutto alla luce dell’enorme autonomia di cui queste nuove tecnologie dispongono e dell’irrilevante ruolo dei gestori di piattaforme online nell’esposizione dei contenuti. L’analisi della sentenza darà l’impulso ad una riflessione in chiave comparatistica che non mancherà di esaminare, da ultimo, le posizioni espresse in proposito dalla giurisprudenza nostrana, nel tentativo di isolare alcune fondamentali questioni e di individuare possibili risposte.

SOMMARIO: 1. La responsabilità degli internet service provider per i contenuti illeciti pubblicati da terzi: un quadro generale – 2. I fatti e le allegazioni di parte nel processo dinnanzi alla District Court of New York – 3. I motivi di appello – 4. La sentenza di appello – 5. La fattispecie applicabile: Title 47 U.S. Code §230 (Community Decency Act, 1996) e l’impunità per i provider di un interactive computer service – 6. L’applicabilità del Titolo 47 U.S. Code § 230 a Facebook nel caso di specie: la nozione di publisher – 6.1. Gli algoritmi e le decisioni editoriali automatizzate: i dubbi interpretativi sulla nozione di publisher – 6.2. Facebook: information content provider o intermediario neutro? – 7. La dissenting opinion – 8. Una riflessione finale: quale responsabilità penale per gli internet service provider nei contesti automatizzati?

* Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.