ISSN 2704-8098
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28 Aprile 2025


Ancora in materia di esecuzione dell’ordine europeo d’indagine (OEI) tra formazione della prova e sorveglianza di massa: due questioni aperte


AbstractIl presente contributo intende ragionare sulle questioni emerse in sede di esecuzione dell’Ordine Europeo d’Indagine (OEI), con specifico riferimento a prove già acquisite dall’autorità dello Stato di esecuzione ed aventi ad oggetto dati decrittografati, nonché evidenziare la tensione tra la ritualità della formazione della prova negli ordinamenti processuali nazionali, la circolazione e l’utilizzabilità dei risultati probatori, le garanzie di tutela dei diritti degli indagati ed imputati e le esigenze delle indagini penali nella lotta alla criminalità di “piattaforme digitali”.

SOMMARIO: 1. Considerazioni introduttive sull’OEI e sulle prime questioni sorte nella sua esecuzione. – 2. L’emersione di ulteriori questioni: la formazione della prova e la sua utilizzabilità nei processi penali con specifico riferimento ai dati decriptati. – 3. La decisione della Corte di giustizia nel caso M.N. (EncroChat) sull’acquisizione di prove già in possesso dell’autorità di esecuzione ed il rimando agli ordinamenti processuali nazionali. – 4. La sottesa questione della sorveglianza di massa nell’intercettazione dei dati. – 5. Conclusioni aperte tra “adattabilità” del regime probatorio in assenza di armonizzazione e finalità di accertamento dei reati: quale preminenza per le esigenze delle indagini penali?

 

*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.