Le infondate “preoccupazioni” del Working Group on Bribery
Abstract. Il contributo analizza i principali aspetti problematici della prova del delitto di corruzione internazionale a partire dai rilievi formulati nell’ultimo Report sul nostro Paese dal Working Group on Bribery. L’analisi approfondisce in modo particolare i complessi profili dell’accertamento dell’accordo corruttivo, anche in relazione all’utilizzo del paradigma indiziario e delle massime di esperienza, e della qualifica del destinatario finale della dazione o promessa illecita, giungendo a ricostruire precise “linee guida” sulla prova dell’art. 322 bis c.p. elaborate dalla recente giurisprudenza in conformità ai principi cardine del sistema costituzionale italiano. È proprio questo risultato che porta l’Autore a ritenere infondata la «seria preoccupazione» espressa dal Gruppo di lavoro dell’OCSE per l’elevato numero di proscioglimenti pronunciati dai giudici italiani in processi per corruzione internazionale.
SOMMARIO: 1. La prova della corruzione internazionale e la «seria preoccupazione» del Gruppo di lavoro dell’OCSE. – 2. I principali nodi dell’accertamento e i rilievi del Working Group on Bribery. – 3. La complessità del fenomeno e le difficoltà probatorie. – 4. Il momento consumativo della corruzione internazionale e la prova dell’accordo. – 5. Quali elementi fattuali devono essere dimostrati in giudizio perché possa affermarsi sussistente un “accordo” corruttivo?. – 6. Il problema dell’adesione all’illecito successiva alla conclusione dell’accordo criminoso. – 7. Lo standard probatorio, il paradigma indiziario e le massime d’esperienza. – 8. Il problema della responsabilità degli intermediari fuori dai casi di concorso nella corruzione. – 9. Il problema dell’esatta individuazione delle «persone che esercitano funzioni o attività corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati di un pubblico servizio nell’ambito di altri Stati esteri o organizzazioni pubbliche internazionali». – 10. Conclusioni.
* In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.