Abstract. In tempi recenti, l’ipertrofia penalistica assume un’inedita veste: l’estensione dell’ambito spaziale di validità della lex criminalis oltre i confini nazionali. In questo solco si inseriscono alcuni disegni di legge volti a rendere la maternità surrogata reato universale, con l’obiettivo di superare la controversa questione relativa alla doppia incriminazione come condizione per l’applicazione della legge penale italiana a pratiche commesse all’estero. A ben vedere, i moti di riforma si sarebbero dovuti orientare primariamente su altri versanti, colmando le lacune sul piano della tipicità e dell’esatta individuazione del momento consumativo che sembrano affliggere il delitto in parola. Proprio per questa ragione, il contributo indaga alcune prospettive de iure condendo di varia natura, da una possibile ricollocazione codicistica della maternità surrogata che consenta una più puntuale riflessione sul bene giuridico tutelato, ad una radicale rimodellazione della fattispecie in chiave sostanzialmente demolitiva, tale da ricomprendervi le sole ipotesi costrittive e di sfruttamento. Si avanza poi una soluzione più “morigerata”, tesa ad una puntuale definizione delle condotte tipiche contemplate dall’art. 12 c. 6 legge n. 40/2004 e ad una diversificazione della dosimetria sanzionatoria sulla base dei soggetti attivi coinvolti (clinica, personale medico, coppia committente e madre surrogata).
SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Il reato ex art. 12 c. 6 legge n. 40/2004: l’individuazione delle tecniche di maternità surrogata penalmente rilevanti. – 2.1. Alla ricerca di una tipicità perduta (o forse mai esistita). – 2.2. Il momento di consumazione del reato. – 2.3. Prospettive de iure condendo: ricollocazione sistematica, indagine sul bene giuridico e una radicale rimodellazione della fattispecie in chiave sostanzialmente demolitiva. – 2.3.1. Una proposta alternativa più soft: ri-tipizzazione del reato di maternità surrogata. – 2.4. Locus commissi delicti e ambito spaziale di applicazione della fattispecie: la vexata quaestio della doppia incriminazione. – 3. Le proposte di legge tese ad una universalizzazione del reato di maternità surrogata e il critico scetticismo dottrinario sul punto. – 4. Osservazioni conclusive: meglio lasciare l’ubiquità ai Santi per una piena valorizzazione del ben più efficace strumento cooperativo.
*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.