Abstract. Il presente contributo intende ravvivare la riflessione penalistica in merito al delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, attualmente disciplinato dall’art. 452 quaterdecies c.p. Nel far ciò, l’A. parte dall’analisi della struttura della fattispecie, mettendo in dubbio la sua natura di reato abituale, al momento dominante in dottrina e giurisprudenza, in favore di una lettura incentrata sul requisito organizzativo, individuato quale vero baricentro del disvalore del reato in commento. La centralità dell’elemento organizzativo è carattere ricorrente nella normativa antitraffico domestica, e la si riscontra, infatti, anche nel caso oggetto di interesse. Essa reca con sé l’applicazione delle misure processuali e preventive tipiche del contrasto all’associazione mafiosa. Nel contributo, sottolineate le distorsioni che possono derivare dall’estensione degli strumenti tipici di contrasto alla criminalità mafiosa al settore oggetto di studio, l’A. invoca un ripensamento della fattispecie, suggerendo la contestuale revisione dell’intero settore degli illeciti in materia di gestione e traffico di rifiuti.
SOMMARIO: 1. Oggetto dell’indagine e piano del lavoro. – 2. Il delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e il ruolo centrale del concetto di organizzazione. – 2.1. La fattispecie astratta di cui all’art. 452 quaterdecies c.p. – 2.2. Il concorso tra i reati di gestione illecita e di traffico illecito di rifiuti. – 2.3. L’organizzazione come fulcro dell’offesa del reato di attività organizzate. – 3. Il nesso tra la politica criminale antitraffico e l’organizzazione criminale. – 4. La marcata influenza della normativa eccezionale di stampo anti-mafioso. – 5. Conclusioni. La necessità di migliorare l’efficienza del sistema normativo di contrasto in materia di traffico di rifiuti.
*Il contributo è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di un revisore esperto.