Segnaliamo ai lettori le relazioni annuali in materia di lavoro penitenziario concernenti l’anno 2023: la «Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle disposizioni di legge relative al lavoro dei detenuti ai sensi dell’art. 20 ultimo comma della legge 26 luglio 1975 n. 354» e la «Relazione al Parlamento relativa allo svolgimento da parte di detenuti di attività lavorative o corsi di formazione professionale per qualifiche richieste da esigenze territoriali. Legge 22.06.2000 n. 193 art. 5 comma 3».
Dalla prima relazione si evincono dati significativi sulla situazione del lavoro penitenziario in Italia. Nonostante si espliciti lo sforzo dell’Amministrazione penitenziaria nell’abbattere gli ostacoli in materia e nell’incrementare opportunità formative e lavorative, si prende atto che «vi sono margini di miglioramento rispetto alla situazione attuale». Al 31 dicembre 2023 la popolazione detenuta coinvolta nel lavoro è pari al 35.30% di quella complessiva (60.166), «con oscillazioni annuali dell’uno, due percento in diminuzione o in aumento».
Quanto ai detenuti impiegati alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, al 31 dicembre 2023 essi sono 17.042, di cui 16.033 uomini e 1.009 donne. Il numero complessivo è così ripartito: la maggior parte dei detenuti (14.040) è occupata nei servizi ordinari d’istituto, 774 nelle lavorazioni gestite dall’amministrazione penitenziaria, 125 nelle colonie agricole, 1.035 presso la Manutenzione ordinaria dei Fabbricati (M.O.F.), mentre 1.068 sono ammessi al lavoro all’esterno in base all’art. 21 ord. penit. per lo svolgimento dei servizi extramurari.
Degna di menzione è l’attività per la realizzazione di progetti finalizzati a potenziare l’offerta di lavoro qualificato e la formazione professionale.
Per ciò che concerne i detenuti impiegati non alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, questi sono, al 30 giugno 2023, 2.848: un dato – afferma la Relazione – «che si auspica possa aumentare nel futuro, grazie al fattivo impegno nell’opera di sensibilizzazione delle realtà istituzionali ed imprenditoriali».
A tali dati si affiancano quelli che emergono dalla seconda relazione al Parlamento, riguardante lo svolgimento da parte di detenuti di attività lavorative o corsi di formazione professionale per qualifiche richieste da esigenze territoriali ex art. 5, comma 3, l. 22 giugno 2000, n. 193. Da quest’ultima relazione traspare che, al 31 dicembre 2023, il numero complessivo di detenuti alle dipendenze di datori di lavoro esterni corrisponde a 2.991 persone, delle quali 1.131 risultano coinvolte in lavorazioni gestite all’interno degli istituti, 868 sono ammesse al lavoro all’esterno ai sensi dell’art. 21 ord. penit. e 992 in regime di semilibertà. Sporadiche appaiono le esperienze di tirocini di formazione professionale in base alla l. n. 193 del 2000, mentre, per ciò che riguarda i corsi professionali tenutisi all’interno degli Istituti penitenziari, risultano attivati 486 corsi tra il primo e secondo semestre del 2022 e 274 nel primo semestre del 2023. Quanto al secondo semestre del 2023, secondo i dati provvisori si registrano 306 corsi.
(Elisa Grisonich)