ISSN 2704-8098
logo università degli studi di Milano logo università Bocconi
Con la collaborazione scientifica di

  Articolo  
24 Novembre 2025


La repressione delle offese online alla reputazione: tra anomia di contesto e anomia normativa


AbstractL’avvento e la continua, sempre più rapida, evoluzione delle nuove ICT (Information & Communication Technologies) mettono in tensione il modo in cui, tradizionalmente, l’ordinamento penale ha offerto tutela all’onore, alla reputazione e ad altri diritti della personalità. Se, da un lato, la conformazione tutt’altro che determinata del ‘microsistema’ costituito dalle fattispecie di ingiuria (oggi illecito civile) e diffamazione, e dei relativi oggetti di tutela, ne ha consentito una duttilità applicativa capace di incorporare, senza eccessivo sforzo, modalità di offesa imprevedibili per il legislatore del 1930, man mano che nuovi mezzi di comunicazione si rendevano disponibili, per altro verso lo stesso mutamento tecnologico ha reso non più ignorabile la complessiva irrazionalità di queste disposizioni, in sé e nel rapporto con nuove fattispecie via via affastellatesi in anni recenti (da ultimo, con la l.n. 132/2025 in materia di intelligenza artificiale). Il contributo analizza l’attuale assetto normativo in materia di ingiuria e diffamazione per evidenziarne punti di forza (almeno apparenti) e debolezze strutturali, sia originarie sia collegate all’evoluzione dell’ecosistema informativo prodotta dalla ‘quarta rivoluzione’ digitale, e suggerire, in prospettiva politico-criminale, alcune linee di intervento volte alla razionalizzazione e a una maggiore effettività delle disposizioni a tutela dei principali diritti della personalità.

SOMMARIO: 1. Dal ‘regime disciplinare’ alla ‘quarta rivoluzione’ digitale: la persistenza delle (inossidabili?) fattispecie di ingiuria e diffamazione. – 2. Segue: nuove ICT e repressione penale delle offese all’onore e alla reputazione. Sintesi del quadro giurisprudenziale. – 3. Una duttilità solo apparente: problematiche applicative e vuoti di tutela. – 4. Un caveat conclusivo: la necessità di un «design pro-etico» dell’ecosistema digitale.

 

* In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il contributo, qui pubblicato in anteprima, è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti.