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  Notizie  
22 Maggio 2025


Le Sezioni unite civili si pronunciano in materia di diffamazione a mezzo stampa ed erronea attribuzione della qualità di imputato al posto di indagato o di un fatto diverso rispetto a quello per cui si indaga

Cass., Sez. un., sent. 11 marzo 2025 (dep. 18 maggio 2025), n. 13200, Pres. D’Ascola, Est. Vincenti



Diamo notizia ai lettori che è stata depositata la sentenza con cui le Sezioni uniti civili sono intervenute su una questione in materia di diffamazione a mezzo stampa e cronaca giudiziaria, oggetto di un contrasto nella giurisprudenza delle Sezioni civili e penali della Cassazione.

Chiamate a pronunciarsi dalla Sezione prima civile con ordinanza interlocutoria n. 12239 del 2024, le Sezioni unite hanno affermato il seguente principio di diritto: «in tema di diffamazione a mezzo stampa, l’esimente del diritto di cronaca giudiziaria, qualora la notizia sia mutuata da un provvedimento giudiziario, non è configurabile ove si attribuisca ad un soggetto, direttamente o indirettamente, la falsa posizione di imputato, anziché di indagato (anche per essere riferita un’avvenuta richiesta di rinvio a giudizio, in luogo della reale circostanza della notificazione dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari di cui all’art. 415-bis c.p.p.) e/o un fatto diverso nella sua struttura essenziale rispetto a quello per cui si indaga, idoneo a cagionare una lesione della reputazione (come anche nel caso di un reato consumato in luogo di quello tentato), salvo che il giudice del merito accerti che il contesto della pubblicazione sia tale da mutare, in modo affatto chiaro ed inequivoco, il significato di quegli addebiti altrimenti diffamatori».

Il massimo Collegio ha posto l’accento sulla profonda differenza sussistente a livello giuridico tra lo status di indagato e quello di imputato; il che si riflette sulla «percezione sociale del grado di probabilità del coinvolgimento del soggetto che ne è titolare nel reato che gli viene addebitato».

 

In allegato può leggersi il testo della sentenza.

 

(Elisa Grisonich)