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07 Maggio 2025


Terminally Ill Adults (End of Life) Bill: Inghilterra e Galles verso il riconoscimento di un diritto al suicidio assistito?


1. Il 29 novembre scorso, a seguito di un intenso dibattito, la House of Commons ha approvato in seconda lettura, con 330 voti favorevoli e 275 contrari, il Terminally Ill Adults (End of Life) Bill. La proposta legislativa intende legalizzare il suicidio assistito in presenza di specifiche condizioni e all'esito di una procedura che accerti la libera e consapevole volontà del richiedente, riconoscendo ai malati terminali, residenti in Inghilterra e Galles, il diritto di ricevere l'assistenza medica necessaria per porre fine alla propria vita.

Tale riforma è potenzialmente in grado di collocare il Regno Unito[1] tra i paesi caratterizzati da una normativa più permissiva in materia, distinguendosi dalla maggioranza degli ordinamenti europei che continuano a punire ogni forma di assistenza al suicidio altrui[2].

Invero, allo stato attuale, in Inghilterra e Galles, qualsiasi contributo in termini di agevolazione o supporto nell’attuazione del proposito suicidario altrui è sanzionato penalmente ai sensi della Section 2 del Suicide Act del 1961, che prevede la pena della reclusione fino a 14 anni[3]. La rilevanza penale di tali condotte prescinde dalle motivazioni che muovono il soggetto agente, incluse quelle di natura compassionevole. Tuttavia, le ragioni di compassione possono assumere rilievo sul piano processuale, rappresentando uno dei fattori[4] che, se riscontrati concretamente dai public prosecutors inglesi nei casi di assistenza al suicidio, possono condurre alla decisione di non esercitare l'azione penale[5] nei confronti dei soggetti indagati, poiché idonei a dimostrare l'assenza di un interesse pubblico alla risposta penale[6]. Nonostante l’applicazione pratica di queste linee guida, secondo alcuni[7], possa determinare una forma di depenalizzazione de facto di talune pratiche di morte assistita, esse non hanno determinato alcuna modifica all’impianto normativo vigente[8]. La legislazione inglese continua, infatti, a punire qualsiasi forma di lesione o aggressione alla vita altrui, in conformità al principio della sanctity of life, principio cardine del diritto penale britannico[9].

 

2. Prima dell'attuale disegno di legge, si sono registrati diversi tentativi, seppur fallimentari, di riforma del quadro normativo vigente. Tra i più recenti, si ricorda la naufragata proposta di legalizzazione delle pratiche di assistenza all'altrui suicidio del 2014 presentata da Lord Falconer, sulla cui falsariga nel 2015 il deputato laburista Rob Marris presentò un nuovo disegno di legge in materia di suicidio assistito. Entrambi i bill, continuando a riconoscere rilevanza penale alle forme di eutanasia c.d. attiva[10], fissavano una serie di requisiti di accesso al suicidio medicalmente assistito nell'intenzione di evitare che una simile disciplina desse adito ad abusi e strumentalizzazioni a danno dei soggetti più vulnerabili[11]. Pertanto, era previsto che potessero accedervi solo soggetti capaci di intendere e di volere, maggiorenni, residenti in Inghilterra e in Galles e affetti da una malattia con prognosi letale non superiore a sei mesi. Tale manifestazione di volontà, poi, doveva essere presentata per iscritto, firmata alla presenza di un testimone e controfirmata da due medici. Entrambi procedevano ad esaminare separatamente il paziente, verificando e accertando che il richiedente fosse un malato terminale, capace di autodeterminarsi e che avesse manifestato, volontariamente e senza coercizione alcuna, la volontà di porre fine alla propria vita. Il disegno di Rob Marris individuava, inoltre, nella Family Division della High Court l'organo adibito a sovrintendere il regolare svolgimento della procedura e accertare l'effettiva sussistenza nel caso concreto di tutti i requisiti di cui al testo di legge. Nonostante tale ulteriore garanzia, la House of Commons respinse a maggioranza la proposta di legge sulla morte assistita.

Da ultimo, nel maggio del 2021, un ulteriore disegno di legge, quello presentato dalla Baronessa Meacher, venne portato all'attenzione del Parlamento inglese. L'obiettivo di tale disegno di legge era quello di consentire agli adulti malati terminali, con un'aspettativa di vita non superiore ai sei mesi e capaci di autodeterminarsi, di poter accedere alla morte assistita, riducendo così sofferenze inutili e insopportabili[12]. Il disegno di legge de quo prevedeva, come ulteriore garanzia, che la richiesta del paziente, seppur controfirmata da due medici, dovesse essere necessariamente ratificata dalla High Court Family Division, prima di procedere alla prescrizione del farmaco letale. Tale fondamentale passaggio era indispensabile nell'ottica di accertare che la decisione del malato fosse l'effettiva manifestazione di una volontà libera e spontanea del paziente medesimo[13]. Tuttavia, pur superando la discussione in seconda lettura, l'Assisted Dying Bill [HL] non riuscì a superare tutte le fasi necessarie prima della fine della sessione parlamentare decadendo così con l'inizio della nuova sessione nel maggio del 2022.

 

3. Si arriva così al Terminally Ill Adults (End of Life) Bill, attualmente al centro del dibattito giuridico e politico. Tale disegno di legge, in un'ottica di legalizzazione del suicidio assistito, si propone l'obiettivo di consentire agli adulti, capaci di autodeterminarsi ai sensi del Mental Capacity Act del 2005, residenti in Inghilterra o Galles da almeno 12 mesi, malati terminali e con un'aspettativa di vita non superiore a sei mesi, nonchè pazienti di medici che esercitano la professione in Inghilterra o in Galles, di richiedere e ottenere assistenza medica per porre fine alla propria vita[14].

La relativa procedura è scandita da diversi passaggi[15], finalizzati ad accertare che il soggetto richiedente abbia manifestato in modo chiaro, deciso e libero il desiderio di terminare la propria esistenza, nonché che tale decisione sia volontaria e non frutto di coercizione o pressione alcuna. Spetta, poi, a due medici, il c.d. coordinating doctor e il c.d. independent doctor, verificare se i criteri di ammissibilità alla morte assistita, così come individuati dal testo normativo, siano integrati nel caso concreto. Laddove entrambi i sanitari esprimano, a distanza di sette giorni l'uno dall'altro, parere positivo, il malato -secondo la bozza originaria del disegno di legge- è legittimato a presentare la domanda alla High Court, tenuta ad eseguire un’ulteriore verifica sulla sussistenza dei requisiti che consentono la richiesta di accesso al suicidio assistito. Nel caso in cui la verifica condotta dalla High Court si concluda positivamente, è previsto un periodo di riflessione pari a 14 giorni (ridotto a 48 ore se la morte dovesse essere imminente). A conclusione di tale lasso di tempo, ove il malato risulti ancora fermamente convinto della propria decisione e non siano sopraggiunti ripensamenti, quest'ultimo è tenuto a reiterare la propria richiesta, sulla quale si esprimerà il c.d. coordinating doctor. Laddove quest'ultimo sia certo che il soggetto richiedente possegga i requisiti di accesso alla morte assistita, viene prescritta la c.d. approved substance che il paziente potrà decidere quando e se autosomministrarsi. Diversamente, se la High Court dovesse rendere parere negativo, il soggetto richiedente sarà legittimato ad adire la Corte di Appello[16], la quale potrà ritenere integrati i requisiti di accesso al suicidio assistito o, in alternativa confermare la decisione della High Court.

Sotto il profilo delle responsabilità, su un piano strettamente penalistico, il Terminally Ill Adults (End of Life) Bill prevede una causa di non punibilità laddove l'assistenza nell'esecuzione del proposito suicidario altrui sia prestata in conformità alle disposizioni del disegno di legge in esame. Ne deriverebbe una modifica al testo del Suicide Act del 1961 al quale verrebbe aggiunta la section 2AA rubricata «Assistance provided under Terminally Ill Adults (End of Life) Act 2024»[17]. Continuerebbe, invece, ad essere integrata la fattispecie incriminatrice di cui alla section 2, la c.d. criminal libility for complicity in another's suicide, nei casi di assistenza all'altrui suicidio che esulino dal quadro di disciplina introdotto dal disegno di legge de quo.

Tale disegno di legge è stato presentato alla Camera dei Comuni il 16 ottobre 2024 dalla parlamentare laburista Kim Leadbeater ed è stato sottoposto alla seconda lettura il 29 novembre scorso. I parlamentari, ai quali era stato concesso il voto libero, ossia la possibilità di votare secondo coscienza e le proprie personali convinzioni indipendentemente dalla posizione del rispettivo partito sul tema, all'esito di un lungo dibattito hanno espresso 330 voti a favore[18] del disegno di legge. Ciò nonostante, non sono mancate critiche. Tra i Parlamentari che hanno espresso voto contrario al disegno di legge in questione si distingue la c.d. Mother of the House, Diana Abbott[19], la quale ha ritenuto del tutto inadeguate le garanzie poste a tutela delle persone vulnerabili. In particolare, è stato criticato l'intervento della High Court nella procedura di accesso alla morte assistita, giudicato insufficiente a svolgere un effettivo ruolo di controllo, rischiando di configurarsi al più come mero «timbro di gomma»[20] della decisione dei medici. È stata, altresì, oggetto di dibattito la questione relativa alle cure palliative, accompagnata dalla preoccupazione che la legalizzazione del suicidio assistito possa disincentivare il ricorso alla (e dunque anche il miglioramento della) medicina palliativa[21], già segnata da un’ingente carenza di risorse. Di diversa opinione, ad esempio, l'onorevole Lee Dillon che ha sostenuto come l'eventuale introduzione di una normativa sul suicidio assistito non comporterebbe necessariamente un sacrificio delle cure palliative, ben potendo le due pratiche coesistere ed essere complementari. Secondo questa prospettiva, il disegno di legge offrirebbe al malato una degna alternativa, riconoscendogli il diritto di decidere come e quando porre fine alla propria esistenza, nei casi in cui le cure palliative non siano in grado di alleviare in modo efficace le sofferenze[22].

 

4. Attualmente, il Terminally Ill Adults (End of Life) Bill ha superato la fase successiva, c.d. Committee Stage, dopo l'ultima seduta Public Bill Committee tenutasi il 25 marzo scorso. Nei mesi precedenti, a partire dalla prima sessione risalente al 21 gennaio 2025[23], il Public Bill Committee ha esaminato, riga per riga, il disegno di legge, apportando emendamenti alla luce delle prove sia scritte che orali raccolte tra esperti esterni al Parlamento.

Particolarmente significativo risulta essere l'emendamento proposto in tale fase dalla promotrice del disegno di legge, Kim Leadbeater. Con tale modifica l'High Court perde la funzione di controllo sulla legittimità delle richieste di morte assistita e sulla correttezza della procedura, inizialmente prevista nella bozza originaria del disegno di legge. Al suo posto è, invece, previsto un panel multidisciplinare, formato da esperti legali, medici psichiatri e assistenti sociali, noto come Assisted Dying Review Panel, ritenuto una forma di garanzia più efficace. La nuova procedura prevede che sia il c.d. Voluntary Assisted Dying Commissioner, ossia un giudice[24] nominato dal Primo Ministro, a sottoporre all'attenzione del comitato multidisciplinare le varie domande di accesso al suicidio assisitito. Il panel di esperti dovrà esaminarle e verificare che ciascun richiedente sia in possesso dei requisiti, previsti della normativa, per ricevere assistenza nel morire. Nell'opinione della promotrice, un simile emendamento, oltre a recepire le varie prove raccolte in questo periodo di attività parlamentare, rafforzerebbe il disegno di legge aggiungendo competenze più variegate nella fase finale della procedura di accessso al suicidio assistito. Come infatti sostenuto dall'On. Jack Abbott è impensabile ritenere che i giudici dell'High Court, quali professionisti del diritto, «siano [al contempo] anche esperti in cure palliative o in psichiatria»[25]. Un approccio multidisciplinare rappresenterebbe un garanzia rinforzata e maggiormente efficace, volta a scongiurare il timore avanzato da alcuni[26] secondo cui il controllo dell'High Court si risolverebbe in un'automatica convalida della decisione dei medici.

La proposta di un simile emendamento non è stata immune da critiche. In particolare, l'On. Danny Kruger[27] ha ricordato come il controllo giurisdizionale esercitato dall'High Court, previsto nella bozza iniziale del disegno di legge, fosse stato presentato alla Camera come misura più idonea a garantire un livello di tutela adeguato. Una simile previsione avrebbe, inoltre, reso il Terminally Ill Adults (End of Life) Bill il disegno di legge più garantista, in assenza di un analogo meccanismo di supervisione giudiziaria in altri ordinamenti. Sul punto, Kim Leadbeater ha replicato ribadendo la piena necessità di mantenere un terzo livello[28] di controllo e tutela nel processo di suicidio assistito, ritenendo, tuttavia, di dover sostituire all'High Court un comitato di esperti, supervisionato da un commissario. Le competenze trasversali dei professionisti membri del panel multidiscilare, infatti, consentirebbero di assicurare un livello di tutela più elevato, rafforzando così le garanzie a favore dei malati.

Seguirà, ora, la fase successiva, nota come c.d. Report stage, prevista per il 25 aprile prossimo, durante la quale è consentito a qualsiasi parlamentare proporre emendamenti o suggerire di aggiungere ulteriori clausole ritenute opportune. Dopodiché, i parlamentari avranno un'ultima possibilità di discutere il contenuto del disegno di legge in quella che è nota come terza lettura. In questa fase, però, non sono ammessi emendamenti o proposte di modifica. Al termine del dibattito, si procederà alla votazione che condurrà all'approvazione o meno del disegno di legge da parte dalla Camera bassa del Parlamento inglese.

Nell'eventualità in cui il testo di legge dovesse essere approvato dalla House of Commons in terza lettura, verrà sottoposto poi alla prima lettura alla House of Lords, dove seguiranno le varie fasi poc'anzi descritte. Nel caso in cui il disegno di legge dovesse superare la terza lettura anche alla Camera dei Lord, verrà restituito alla prima Camera, ossia la Camera dei Comuni, che discuterà gli emendamenti eventualmente apportati dalla seconda Camera. Una volta raggiunto un pieno accordo sulla versione finale del disegno di legge, questo verrà inviato al Re per l'assenso reale e che formalizzerà la legge (Act)[29].

Pertanto, sia per la complessità dell'iter previsto dalla legge britannica sia per la delicatezza dei temi oggetto del presente bill, Kim Leadbeater, la promotrice di tale tentativo di riforma, ha stimato che potrebbero passare anche quattro anni[30] prima che il disegno di legge possa diventare legge a tutti gli effetti in quanto, come ha ricordato, «è più importante fare le cose per bene che farle in fretta»[31].

 

 

 

 

 

[1] Invero, sebbene l'ambito di applicazione del possibile intervento legislativo rappresentato dal Terminally Ill Adults (End of Life) Bill risulti limitato esclusivamente ai territori di Inghilterra e Galles, è doveroso segnalare che, pressoché contestualmente, nel Parlamento scozzese è stato depositato il Assisted Dying for Terminally Ill Adults (Scotland) Bill, su iniziativa del parlamentare Liam McArthur. Il disegno di legge in questione si propone di consentire ai pazienti terminali residenti in Scozia di avanzare legittimamente istanza per ricevere assistenza medica finalizzata a porre termine alla propria vita. Attualmente, il progetto normativo è stato assegnato all’esame della Health, Social Care and Sport Committee, la commissione competente in materia. Si prevede che spetterà al Parlamento scozzese, nella primavera del 2025, discutere il testo legislativo al fine di decidere se respingere l'iniziativa o, in alternativa, consentire la prosecuzione dell'iter legislativo.

Diversamente, ad oggi, non risulta che siano state presentate analoghe proposte legislative in Irlanda del Nord.

[2] Il panorama normativo europeo in materia di fine vita si presenta estremamente eterogeneo, riflettendo l'assenza di un idem sentire nelle legislazioni dei vari ordinamenti. Tale aspetto è stato recentemente ricordato anche dalla Corte europea dei diritti dell'Uomo nella pronuncia resa nel caso Karsai c. Ungheria, al § 149 della decisione, in cui si evidenzia come «many of the asserted wider social implications of legalisation of PAD may inevitably be sensitive to collective moral values; they may differ from society to society and may also evolve over time [...] However, these implications are unquestionably relevant and important. Furthermore, being sensitive to national conditions, they can only be properly appraised by the national authorities». Il testo integrale della sentenza è disponibile al sito www.hudoc.echr.coe.int.

Tra i paesi europei che in tempi più recenti hanno legalizzato l'accesso alla morte assistita si collocano la Spagna e il Portogallo. In particolare, il Parlameno spagnolo nel 2021 ha fornito una risposta al dibattito accademico e pubblico con la Ley Orgánica de regulación de la eutanasia, riconoscendo tra i diritti fondamentali della persona quello di ricevere l'assistenza necessaria per morire dignitosamente, v., inter alia, Arruego, Las coordenadas de la ley orgánica de regulación de la eutanasia, in Revista española de derecho constitucional, 2021, 112, 85 ss; Romboli, Una storia a lieto fine: la Spagna approva i trattamenti eutanasici di fine vita, in Quaderni Costituzionali : Rivista Italiana Di Diritto Costituzionale, 2021, 2, 430 ss; Tomás-Valiente Lanuza, Cámara Villar, La eutanasia a debate: Primeras reflexiones sobre la ley orgánica de regulación de la eutanasia, Spagna, 2021, 13 ss. In Germania, invece, il diritto a una morte autodeterminata –che include anche la libertà di ricorrere all’assistenza di terzi – è stato riconosciuto dalla Corte costituzionale federale, con sentenza del 2020, come espressione del c.d. diritto generale di personalità. In tale occasione, è stata dichiarata l’incostituzionalità del divieto relativo ai servizi di suicidio assistito, previsto dalla sezione 217 del codice penale tedesco, in quanto lesivo di tale diritto fondamentale; sul punto v., Recchia, Il suicidio medicalmente assistito tra Corte costituzionale e Bundesverfassungsgericht: spunti di riflessioni in merito al controllo di costituzionalità sulle scelte di incriminazione, in Diritto penale contemporaneo: rivista trimestrale, 2020, 2, 63 ss. Mutatis mutandis, anche in Italia, nell'inerzia del legislatore, un intervento su tali rilevanti questioni è stato demandato alla Corte Costituzionale che, nella vicenda Cappato, ha dichiarato parzialmente incostituzionale l'art. 580 c.p., individuando contestualmente i requisiti al ricorrere dei quali la richiesta di morte assistita può dirsi legittima. Per il dibattito originatosi in Italia dopo la sentenza della Corte Cost. n. 242/2019, si veda, ex multis, , Cupelli, Il parlamento decide di non decidere e la Corte costituzionale risponde a se stessa. La sentenza n. 242 del 2019, in Sistema penale, 2019, 2, 33 ss; Di Cosimo, Il “caso Cappato” davanti alla Corte costituzionale, in Quaderni costituzionali, 2018, 14; D’amico, Sulla (il)legittimità costituzionale della norma penale che incrimina l’istigazione al suicidio: alcune considerazioni critiche a margine del caso Cappato, in Giurisprudenza Penale Web, 2017, 11.

[3] Al contrario, la condotta attiva di chi procura direttamente la morte di un soggetto, anche pietatis causa e in presenza del libero consenso della vittima, assume rilevanza penale, integrando –a seconda delle modalità concrete in cui si esplica la condotta e dell'elemento soggettivo, le diverse fattispecie di murder o manslaughter. Per una ricostruzione del panorama legislativo inglese sul punto si richiamano Bologna, Il diritto e le decisioni di fine vita nella tradizione giuridica occidentale, in Dir. fam e pers., 2009, 1, 450 ss; Aquino e Tallarita, L'eutanasia in Europa: i casi della Svizzera e del Regno Unito, in Dir. fam e pers, 2002, 655 ss.

[4] I criteri per valutare la sussistenza di tale interesse pubblico sono dettagliati nella Policy for Prosecutors in Respect of Cases of Encouraging or Assisting Suicide, adottata a seguito della decisione della House of Lords nel caso Purdy del 2009.

[5] Si evidenzia che il sistema processuale inglese è ispirato al principio di opportunità e, quindi, discrezionalità nell'esercizio dell'azione penale. Per maggiori approfondimenti sul punto, si rinvia, inter alia, a Duff, Discretion and Accountability in a Democratic Criminal Law, in M. Langer e D.A. Sklansky (a cura di), Prosecutors and Democracy: A Cross-National Study, Cambridge, 2017, in www.papers.ssrn.com.

[6] Cfr. paragrafo 45 della Policy for Prosecutors in Respect of Cases of Encouraging or Assisting Suicide elenca i fattori in presenza dei quali si può escludere la sussistenza del public interest alla prosecution. Le linee guida in questione sono disponibili al sito web www.cps.gov.uk.

[7] Si segnala il contributo di Stellin, La prosecution del mercy killing e del suicidio assistito nel sistema inglese: una questione di public interest?, in Giurispudenza penale web, 2019, 1bis-questioni di fine vita.

[8] Il principio della supremazia del Parlamento inglese, di portata costituzionale, riserva unicamente all'organo legislativo il potere di modificare l'assetto normativo vigente. Sulla portata di tale principio si segnalano, inter alia, i seguenti contribuiti: Gilani, Al-matrooshi, Qureshi, Supremacy of the Parliament and the Rule of Law in the UK: An Analysis, in Journal of European Studies, 2024, 40.1: 15 ss; Geçer, The Principle Of Parliamentary Supremacy In The UK Constitutional Law And Its Limitations, in Ankara Bar Review, 2013, 6.1., 157 ss.; Alder, Parliamentary Supremacy, in Alder (a cura di) Constitutional and Administrative Law, Londra, 1999, 90 ss.

[9] Si rileva, tuttavia, come nel panorama giurisprudenziale inglese il principio della sanctity of life abbia subito un significativo temperamento a partire dal noto caso Airedale NHS Trust v. Bland. In tale occasione, la House of Lords, riconoscendo piena legittimità alle richieste di interruzione di trattamenti anche salva vita, ha individuato nel principio di autodeterminazione (self determination) un limite al primato attribuito all'indisponibilità, sacralità della vita.

[10] Con l'espressione eutanasia attiva si identificano le condotte commissive dirette a provocare attivamente la morte di un'altra persona, indipendentemente dal consenso o dalla specifica richiesta della vittima. La presenza del consenso della vittima consente al più di distinguere le forme di eutanasia attiva c.d. consensuale dalle pratiche di eutanasia attiva c.d. non consensuale. Per maggior chiarezza sulle diverse forme di eutanasia si rimanda a Ronco, voce Eutanasia, in Dig. Disc. Pen, vol. V, Torino, 2010, 226 ss; Marani, I delitti contro la persona, Padova, 2007; Mantovani, voce Eutanasia, in Dig. Disc. Pen., Vol. V, Torino, 1990, 423 ss.

[11] Cfr. discorso di apertura del dibattito parlamentare di Lord Falconer in occasione della seconda lettura del disegno di legge (18 luglio 2014) in cui viene illustrato l'obiettivo di tale iniziativa: «The principle of this Bill is that those who are terminally ill should have choice over how they die, but subject to effective safeguards that prevent pressure or abuse. It would lead not to more deaths, but to less suffering. Disabled or older people without a terminal illness would not be eligible for an assisted death. The Bill does not legalise voluntary euthanasia where a doctor directly administers life-ending medication; rather, it provides that the final act in an assisted death must be taken by a patient who has mental capacity both at the time of the request and at the time of their death». Il testo del discorso è disponibile alla pagina web: https://hansard.parliament.uk/Lords/2014-07-18/debates/14071854000545/AssistedDyingBill.

[12] Tale era l'intenzione della proponente, Baroness Meacher, come dal discorso tenuto dalla stessa durante il dibattito parlamentare del 22 ottobre 2021, consultabile alla pagina web https://hansard.parliament.uk/Lords/2021-10-22/debates/11143CAF-BC66-4C60-B782-38B5D9F42810/AssistedDyingBill

[13] Cfr. section 3, Assisted Dying Bill [HL], disponibile al sito web https://bills.parliament.uk/publications/41676/documents/513.

[14] Tali presupposti di accesso vengono individuati alla section 1.1, Terminally Ill Adults (End of Life) Bill il cui testo è integralmente disponibile al sito https://bills.parliament.uk/bills/3774.

[15] Gli steps in cui si articola suddetta procedura sono elencati agli artt. 5-22 del medesimo disegno di legge.

[16] Cfr. section 12(8), Terminally Ill Adults (End of Life) Bill.

[17] Cfr. section 3, Terminally Ill Adults (End of Life) Bill, che specifica il contenuto della nuova disposizione normativa del Suicide Act 1961. La section 2AA «Assistance provided under Terminally Ill Adults (End of Life) Act 2024» avrebbe il seguente tenore

« (1) In sections 2(1) and 2A(1), a reference to an act that is capable of 20 encouraging or assisting suicide or attempted suicide does not include the provision of assistance to a person to end their own life in accordance with the Terminally Ill Adults (End of Life) Act 2024.

(2) It is a defence for a person charged with an offence under section 2 to prove that they— (a) reasonably believed they were acting in accordance with the Terminally Ill Adults (End of Life) Act 2024, and (b) took all reasonable precautions and exercised all due diligence to avoid the commission of the offence».

[18] Mentre 275 sono stati i voti contrari.

[19] Il cui discorso integrale è disponibile alla pagina https://hansard.parliament.uk/Commons/2024-11-29/debates/796D6D96-3FCB-4B39-BD89-67B2B61086E6/TerminallyIllAdults(EndOfLife)Bill.

[20] Viene presa in prestito l'espressione utilizzata da da Sir James Munby, già presidente della Family Division della High Court.

[21] Nell'opinione di Sir Roger Gale «the way forward should be through better palliative care and not through assisted suicide». Cfr. intervento di Sir. Roger Gale, consultabile al sito https://hansard.parliament.uk/Commons/2024-11-29/debates/796D6D96-3FCB-4B39-BD89-67B2B61086E6/TerminallyIllAdults(EndOfLife)Bill.

[22] Si richiamano le seguenti parole di Mr. Lee Dillon nel corso del suo intervento: «The two can go hand in hand, but with the knowledge that if palliative care does not provide the individual with the comfort they require, the Bill would give them the option to decide how they want to end their life».

[23] Per un monitoraggio dei lavori presso il Public Bill Committee si rinvia a https://bills.parliament.uk/bills/3774/stages/19346.

[24] Cfr. Section  4(3) del Terminally Ill Adults (End of Life) Bill specifica che la persona incarita dal Primo Ministero a svolgere le funzioni di Voluntary Assistes Dying Commissioner sia un giudice che ricopra o abbia ricoperto tale carica presso la Corte Suprema, la Corte di Appello o l'Alta Corte inglese.

[25] Cfr. Column 1048, 22nd Sitting, 12 March 2025 -Commitee Debate, consultabile in www. https://hansard.parliament.uk/commons/2025-03-12/debates/382c21a3-01b9-499e-af6b-ff5e32f1adaa/TerminallyIllAdults(EndOfLife)Bill(Twenty-SecondSitting).

[26] Per tutti si segnala il contributo di Sir James Munby, già Presidente della Family Division, Assisted dying : what role for the judge?, in www. https://transparencyproject.org.uk/assisted-dying-what-role-for-the-judge/. In tale intervento, Sir Munby, riflettendosul ruolo dei giudici in una simile procedura, criticava il fatto che ai membri dell'High Court non fosse riconosciuta un'effettiva funzione giudiziaria, bensì unicamente il potere di «certify, as it were, that some decision taken by a private individual complies with the law», sottilineando che «it is not what judges do and not what judges are for». Anche il giudice Mostyn aveva espresso alcune perplessità in ordine all'effettiva capacità per l'High Court, e più in generale per il sistema giudiziario, di pronunciarsi e far fronte ad ogni singola istanza di morte assistita.

[27] Per maggiori dettagli relativi alla posizione dell'On. Kruger su tale emendamento si rinvia al dibattito parlamentare, più precisamente cfr. Column 1067, 23rd Sitting, 12 March 2025- Committee Debate, https://hansard.parliament.uk/commons/2025-03-12/debates/24cd827e-5d80-472e-a8ff-4ae3e9a0d43f/TerminallyIllAdults(EndOfLife)Bill(Twenty-ThirdSitting)

[28] Cfr. Column 974, 21st Sitting, 11 March 2025- Committee Debate, raggiungibile al sito https://hansard.parliament.uk/commons/2025-03-11/debates/65c2789a-d838-4fcb-acb4-889fa5486d08/TerminallyIllAdults(EndOfLife)Bill(TwentyFirstSitting)

[29] I passaggi di suddetto iter legislativo sono puntualmente individuati e delineati al sito web www.parliament.uk alla rubrica «How does a Bill become law?».

[30]Originariamente, il periodo di implementazione della normativa era stimato in due anni. Tuttavia, a seguito dell’ultimo emendamento presentato dalla promotrice, Kim Leadbeater, che ha eliminato l’approvazione della richiesta di morte assistita da parte dell’High Court, sostituendola con le diverse commissioni di esperti incaricate di valutare la legittimità delle singole istanze, è apparso necessario rivedere tale stima. L’introduzione di queste ulteriori garanzie e misure di salvaguardia ha, infatti, determinato un'estensione dei tempi di attuazione rispetto alle previsioni iniziali, cfr. Colum 1489, 29th Sittin, 25 March 2025 -Commitee Debate, consultabile al https://hansard.parliament.uk/commons/2025-03-25/debates/02a518a3-862f-4be1-bc6f-2cdfa5cccfa9/TerminallyIllAdults(EndOfLife)Bill(Twenty-NinthSitting).

[31] Cfr. «It is more important to get this right than to do it quickly», come affermato dalla parlamentare Kim Leadbeater durante il dibattito con Melanie Ward in sede di seconda lettura. Il testo integrale dell'intervento è disponibile alla pagina web: https://hansard.parliament.uk/Commons/2024-11-29/debates/796D6D96-3FCB-4B39-BD89-67B2B61086E6/TerminallyIllAdults(EndOfLife)Bill.