Diamo immediata notizia ai lettori, data la rilevanza, dell’attesa decisione, assunta all’esito della camera di consiglio odierna, con cui la Corte costituzionale ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità – sollevate in relazione al divieto di retroattività della legge penale più sfavorevole di cui all’art. 25, secondo comma, Cost. – aventi ad oggetto le norme che nell’ambito dell’emergenza covid hanno disposto la sospensione della prescrizione anche per i fatti già commessi.
Riportiamo di seguito il comunicato stampa ufficiale pubblicato sul sito della Corte.
«La Corte costituzionale, riunita oggi in camera di consiglio, ha esaminato le questioni di legittimità riguardanti l’applicabilità della sospensione della prescrizione – prevista dai decreti legge 18 e 23 del 2020, emanati per contrastare l’emergenza COVID-19 – anche nei processi per reati commessi prima dell’entrata in vigore delle nuove norme. Secondo i Tribunali di Siena, di Spoleto e di Roma, la sospensione retroattiva della prescrizione (per la stessa durata della sospensione dei termini processuali: 9 aprile-11 maggio 2020) violerebbe il principio di irretroattività della legge penale più sfavorevole.
In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa della Corte fa sapere che le questioni sono state dichiarate non fondate.
La Corte ha ritenuto che la disciplina censurata non contrasti con l’articolo 25, secondo comma, della Costituzione né con i parametri sovranazionali richiamati dall’articolo 117, primo comma, della Costituzione.
La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane».