Cass., Sez. VI, ord. 29 maggio 2024 (dep. 1 agosto 2024), n. 31605, Pres. Di Stefano, est. Riccio
Segnaliamo ai lettori una recente ordinanza con la quale la Sesta sezione della Cassazione ha rimesso alle Sezioni unite la seguente questione: «se, nell’ambito delle attività di “bancoposta” svolte da Poste Italiane S.p.a. ai sensi del d.P.R. 14 marzo 2001, n. 144, la “raccolta del risparmio postale” (raccolta di fondi attraverso libretti di risparmio postale e buoni postali fruttiferi effettuata da Poste per conto della Cassa depositi e prestiti – art. 2, comma 1, lett. b) reg. cit. e art. 2, comma 1, lett. b) d. lgs. 30 luglio 1999, n. 284) – abbia natura pubblicistica e, nel caso positivo, se l’operatore di Poste Italiane S.p.a. addetto alla vendita e gestione di tali prodotti rivesta la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio ai sensi degli artt. 357 e 358 cod. pen.».
Si tratta di una questione controversa, che si riverbera sulla qualificazione giuridica del fatto commesso da chi si appropria di denaro concernente il risparmio postale.
In base a un primo orientamento maggioritario, il dipendente di Poste Italiane S.p.a. è da considerare un incaricato di pubblico servizio quando svolge l’attività di raccolta del risparmio postale, in quanto trattasi di attività avente una connotazione pubblicistica. Ne consegue che la condotta di appropriazione va qualificata come peculato (tra le altre, v. Cass., Sez. VI, 7 marzo 2024, n. 22280; Cass., Sez. VI, 13 gennaio 2017, n. 14227, Rv. 14227).
A questa tesi si contrappone un secondo indirizzo, cui aderisce la Sesta sezione rimettente. Si registrano pronunce per le quali la raccolta di risparmio nell’ambito di Poste Italiane S.p.a. è da ritenersi avere natura privatistica. L’appropriazione di somme di denario di clienti commessa con abuso del ruolo integra dunque la fattispecie dell’appropriazione indebita e non quella di peculato (Cass., Sez. VI, 31 maggio 2018, 42657, Rv. 274289; Cass., Sez. VI, 30 ottobre 2014, n. 18457, 263359).
In allegato può leggersi il testo dell’ordinanza.
(Elisa Grisonich)